nostro inviato a Duisburg
La finale di coppa del mondo nel caos. Non solo per la caccia a biglietti e posti in albergo ma anche per i piani di volo e di lavoro delle due nazionali finaliste. Merito, si fa per dire, della Fifa e di un paio di temporali caduti su Berlino, teatro dellavvenimento. Per scongiurare il rischio di rovinare il prato, la decisione della Fifa comunicata ieri al quartier generale degli azzurri: dirottato lallenamento di sabato pomeriggio a un campo di periferia, privo di strutture per accogliere i circa 200 giornalisti al seguito dellItalia. Di qui la decisione di Lippi di rinunciare al tradizionale controllo del campo e di allenarsi a Miederich prima di volare verso Berlino, nel tardo pomeriggio, in charter, con al seguito la tribù dei parenti. Qui a Duisburg la morsa degli italiani si fa sempre più stretta attorno alla nazionale: molti sono a caccia di autografi e magliette, i più temerari alla ricerca di tagliandi che, al mercato nero, raggiungono la quotazione record di 2.500 euro per una quarta categoria. I trecento tifosi arrivati ieri a Miederich per assistere allallenamento, a porte chiuse, hanno provato a far saltare i lucchetti ai cancelli. Sono stati respinti dalla polizia.
Lippi ha lavorato con i suoi per oltre unora, a ritmi cadenzati, e ha provato un paio di soluzioni che tengono conto del solito schema disegnato a Dortmund contro la Germania e riconfermato per la finale. Il 4-2-3-1 sottoposto a test ieri ha avuto un paio di variabili: Camoranesi o De Rossi, il più fresco, che però non dovrebbe far parte dello schieramento iniziale. Lidea di fondo del ct è quella di cominciare con i «semifinalisti» e di procedere poi a tre ritocchi: Gilardino per Toni, apparso stanco e usurato, Del Piero per Totti e infine De Rossi per il primo centrocampista che dovesse accusare un cedimento.
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