Gay Pride La questura dà il via libera: ecco il percorso

Gay Pride La questura dà il via libera: ecco il percorso

Gay Pride, alla fine è arrivato il  sì dalla questura. Sabato 13 giugno il corteo sfilerà da piazza della Repubblica a piazza Navona. La questura ha dato l’ok ieri mattina, aderendo alle ultime richieste degli organizzatori.  Il raduno del corteo è fissato alle ore 15,30. La sfilata con i carri allegorici, le maschere e i musicanti in costume, abituali in questo genere di manifestazioni, inizierà alle 16,30. Il percorso si snoderà lungo via Cavour, via Magnapoli, via dei Fori Imperiali, via delle Botteghe Oscure, piazza del Gesù, con arrivo in piazza Navona.
Secondo il comitato promotore alla manifestazione dovrebbero prendere  parte centinaia di migliaia di persone. «I numeri li facciamo sulla base dei tantissimi messaggi che ci sono arrivati», dice  Rossana Praitano, presidente del Circolo Mario Mieli, che organizza la manifestazione. Oltre trenta le associazioni gay, lesbo e trans che daranno vita alla sfilata. Fra i carri allegorici ne è annunciato uno ispirato alla vicenda Noemi, nei suoi panni si esibirà una ballerina brasiliana. Fra gli aderenti al Gay Pride moltissimi i nomi noti della politica. Rita Bernardini, deputato radicale, Fausto Bertinotti, Bobo Craxi, Roberto Della Sta, senatore Pd, Paolo Ferrero, segretario del partito di Rifondazione comunista, Enzo Foschi, consigliere regionale Lazio, Giulia Rodano, assessore regionale alla cultura di Sinistra e Libertà. Fra i personaggi dello spettacolo, l’attrice Cinzia Leone, il regista Alonso Bayona, l’attore Diego Longobardi.
Polemici gli organizzatori del Circolo Mario Mieli, che ieri hanno organizzato una conferenza stampa a Montecitorio. «In due mesi e mezzo abbiamo fatto dodici incontri, in questura e in Comune», afferma Rossana Praitano, presidente del Mario Mieli. «Ci hanno negato prima  piazza San Giovanni,  poi il percorso alternativo da noi  proposto - dice - I fattori politici e burocratici utilizzati in questa vicenda erano tutti tesi ad indebolire la manifestazione, ma non ci sono riusciti». «La decisone della questura è solo un atto dovuto», sostiene la deputata del Pd, Anna Paola Concia: «È stata una vittoria delle associazioni. Gli italiani dovrebbero ringraziarci, una manifestazione come la nostra fa bene a tutti. È fatta in nome della libertà di tutti». Pronta la replica al Mario Mieli e alla deputata Concia da parte del Pdl capitolino: «Il sì alla manifestazione era scontato da parte della questura - afferma  Federico Mollicone - tanto è vero che erano stati controproposti agli organizzatori parecchi percorsi. Penso che il can can di questi giorni lo abbiano fatto solo per cercare spazio sui media».

Una proposta davvero originale arriva intanto dal Partito repubblicano: «In questo clima politicamente incerto e perbenista la vera provocazione sarebbe venire al Gay Pride in giacca e cravatta», dichiara Vito kahlun, responsabile giovanile del Pri. C’è da prenderlo in parola.  

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