Gaza, esplode sede sicurezza di Fatah Hamas controlla nord e sud della striscia

Gironata di combattimenti: non c'è pace fra i palestinesi e i combattimenti fra le milizie di Hamas e quelle di Fatah proseguono. La Farnesina sgombera i cooperanti italiani. Israele, sarà Shimon Peres il nuovo presidente

Gaza, esplode sede sicurezza di Fatah 
Hamas controlla nord e sud della striscia
Gaza - Una violenta esplosione ha colpito la sede della Forze della Sicurezza preventiva nella zona di Khan Yunus, nella Striscia di Gaza. Secondo quanto riferisce la Tv araba "al-Jazeera", il locale ospitava il quartier generale delle forze fedeli ad "al-Fatah". Si registrano diversi morti e feriti, essendo l’edificio andato completamente distrutto. Intanto il movimento di Hamas ha fatto sapere di considerare la decisione del Comitato centrale di Fatah di sospendere la partecipazione al governo di unità nazionale palestinese come "provocatoria" e come una forma di "pressione", che rifiuta. In un comunicato stampa Sami Abu Zuhri, dirigente di Hamas, ha dichiarato: "Se Fatah è interessata a fermare gli scontri, la strada è chiara: deve fermare la corrente golpista e traditrice al suo interno, visto che chi sta commettendo questi crimini nelle strade di Gaza sono i componenti delle forze di sicurezza appartenenti al presidente dell’Autorità e capo generale del movimento, Mahmud Abbas". Il movimento islamico definisce "corrente golpista" i miliziani di al-Fatah guidato da Muhammad Dahlan, attivi nella Striscia di Gaza.
Nove vittime negli scontri Almeno nove palestinesi sono rimasti uccisi nella mattinata di oggi a Gaza in nuovi scontri divampati fra le milizie legate a Hamas e i loro rivali politici di al Fatah, mentre l'Egitto prosegue i tentativi diplomatici per fermare le ostilità. Fonti di stampa palestinesi riferiscono in merito di un tentativo del generale Omar Suleiman, responsabile dei servizi di sicurezza egiziani, di concordare un cessate il fuoco con il presidente Abu Mazen (Mahmud Abbas, al Fatah) e con Khaled Meshaal, leader politico di Hamas, residente a Damasco.
Ultimatum di Hamas Il braccio armato di Hamas, Brigate Ezzedin al-Qassam, ha lanciato oggi un nuovo ultimatum, il secondo del genere nelle ultime 24 ore. Le forze fedeli al presidente ad Abu Mazen hanno tempo fino alle ore 19 locali (le 18 in Italia) per cedere le armi. Chi non lo facesse, affermano le Brigate Ezzedin al-Qassam, "sarà considerato un ricercato".
Hamas: controlliamo nord e sud della striscia In una dichiarazione alla stampa il portavoce del braccio armato di Hamas, Brigate Ezzedin al-Qassam, ha affermato che tutte le installazioni militari dell’Anp in quelle zone sono passate sotto controllo delle forze di Hamas. «A Gaza dobbiamo ancora occupare le ultime quattro installazioni», ha precisato il portavoce, Abu Obeida. «Si tratta della residenza e degli uffici di Abu Mazen; del comando dell’Intelligence, di quello dei Servizi di sicurezza e di quello della Polizia». Queste dichiarazioni sono state tuttavia ridimensionate da un portavoce della Sicurezza nazionale fedele ad Abu Mazen, Tawfik Abu Khussa, secondo cui Hamas può solo vantare «successi di carattere locale».  Ma nella mattinata Hamas ha proseguito la pressione militare riuscendo ad espugnare le Torri Makusi (un complesso di edifici alti 12-15 piani, che controllano la zona adiacente) dove abita il portavoce di al Fatah, Maher Meqdad. In questa battaglia si sono avuti sei morti, a quanto pare miliziani di al-Fatah. Secondo stime approssimative, in quattro giorni di scontri armati si sono avuti oltre 52 morti e decine di feriti. Negli ospedali, alcuni dei quali trasformati in postazioni di miliziani, la situazione è drammatica.
Dialogo fallito Uno dei dirigenti di Hamas a Gaza, Sallah Bardawil, ha intanto affermato che i tentativi di dialogo con al Fatah sono definitivamente falliti e che non resta ormai che il ricorso alle armi. Spari sul corteo contro la guerra Diverse centinaia di palestinesi hanno sfidato oggi i miliziani delle opposte fazioni scendendo in strada nel centro, dove hanno organizzato un corteo di protesta che si è diretto verso la sede del parlamento. I dimostranti - fra cui spiccano attivisti della Jihad islamica e del Fronte popolare - chiedono a gran voce a Hamas e al Fatah di cessare immediatamente i combattimenti. Alcuni colpi di arma da fuoco sono stati esplosi in direzione del corteo di dimostranti che invocavano la cessazione immediata delle ostilità ferendo almeno 5 manifestanti. Il capo della delegazione militare egiziana generale Burhan Hammad, che era fra i dimostranti, è rimasto illeso. Ancora non è chiaro chi abbia sparato contro il corteo.
Israele teme la nascita di un "Hamas-stan" Israele segue con un certo allarme gli scontri inter-palestinesi in corso nella striscia di Gaza dai quali - teme - potrebbe prendere forma un "Hamas-stan", ossia una entità politica radicale ispirata all'Islam. Lo ha affermato la radio militare israeliana, in una analisi. Nella fase attuale, ha aggiunto la emittente, Israele intende comunque seguire gli sviluppi dall'esterno e limitarsi ad adottare misure cautelative ai margini della striscia di Gaza.
La Farnesina: fatti partire i cooperanti italiani I cooperanti italiani bloccati a Gaza sono stati evacuati e trasferiti a Gerusalemme con un convoglio organizzato dal Comitato Internazionale della Croce Rossa e della Croce Rossa Italiana, che hanno operato in stretto coordinamento con l’Unità di Crisi del Ministero degli Affari Esteri e con il Consolato Generale a Gerusalemme. Invece l’agenzia Onu per i Rifugiati (Unrwa) ha sospeso parzialmente le operazioni nella Striscia di Gaza a seguito dell’uccisione di due suoi dipendenti durante gli scontri tra Hamas e Fatah.

 

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