New York - Quattordicesimo giorno dell'operazione "Piombo fuso". Proseguono i bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza e i lanci dei razzi da parte di Hamas. Ma la diplomazia continua il suo lavoro per riportare la tregua. Nella notte il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione con cui si sollecita un cessate il fuoco "immediato e duraturo" che conduca a un "totale ritiro" delle forze israeliane dall’enclave palestinese. L’approvazione del testo era scontata, dopo che al Palazzo di Vetro era stato raggiunto un compromesso tra Paesi occidentali e arabi.
Gli Usa si astengono Non c’è stata però l’unanimità, i voti favorevoli sono stati solo quattordici su quindici. In extremis, a sorpresa, gli Stati Uniti hanno infatti deciso non certo di esprimersi in senso contrario, che sarebbe equivalso a un clamoroso esercizio del diritto di veto spettante ai membri permanenti, bensì di astenersi.
La mediazione dell'Egitto Il segretario di Stato americano uscente, Condoleezza Rice, ha spiegato che la scelta degli Usa è dettata unicamente dalla volontà di attendere l’esito dell’iniziativa di mediazione in corso da parte dell’Egitto, e dunque di appoggiarla: il presidente egiziano Hosni Mubarak ha infatti invitato al Cairo rappresentanti di Israele e dei palestinesi per colloqui imperniati sulle condizioni di un’eventuale tregua. "Pensiamo sia importante", ha sottolineato Rice, assicurando peraltro che gli Usa danno comunque "pieno sostegno" ai "contenuti" del provvedimento Onu, ai suoi "scopi" e ai suoi "obiettivi", così come alla sua "lettera".
Le critiche di Hamas È molto critica la prima reazione di Hamas alla risoluzione dell'Onu. "Si tratta di una risoluzione ingiusta" ha detto Fawzi Barhum, un portavoce di Hamas. "Le Nazioni Unite hanno infatti posto sullo stesso piano le vittime e i loro aggressori".
Olmert: Israele prosegue le operazioni "L’esercito israeliano continuerà ad agire per difendere i civili israeliani e realizzerà gli obiettivi affidatigli in questa operazione": lo ha dichiarato il premier israeliano Ehud Olmert. Nel comunicato Olmert aggiunge: "I lanci di razzi avvenuti oggi contro gli abitanti del Sud di Israele dimostra che la risoluzione dell’Onu (per la sospensione delle ostilità - ndr) non è realizzabile e non sarà comunque rispettata dalle organizzazioni omicide palestinesi". In ogni caso, rileva Olmert riferendosi alla risoluzione dell’Onu, "lo Stato di Israele non può accettare che alcun elemento esterno stabilisca (i limiti) del diritto di Israele di difendere i propri civili".
Livni: agiremo solo nel nostro interesse Il ministro degli Esteri israeliano, Tzipi Livni, ha reagito alla decisione dell'Onu affermando che il suo Paese si regolerà esclusivamente sulla base del proprio interesse: "Israele ha agito, sta agendo e agirà soltanto in armonia con le sue valutazioni, con le esigenze di sicurezza dei suoi cittadini e con il suo diritto all’auto-difesa", taglia corto Livni in un comunicato, senza fare il minimo accenno alla tregua.
Proseguono i raid Sono proseguiti nella notte i bombardamenti di Israele nella Striscia di Gaza, entrati nel loro quattordicesimo giorno. Sei persone sono rimaste uccise tra il centro e il sud del territorio palestinese. Tre persone sono morte per un colpo di mortaio tra la località di Deir el Balah e il campo profughi di Nousseirat, secondo quanto riferito da fonti sanitarie locali. Altre tre persone hanno perso la vita a Qarara, a est di Khan Younis, nel corso di un’operazione dell’artiglieria israeliana.
Razzi di Hamas Almeno 14 razzi sono stati sparati stamattina dalla Striscia di Gaza contro i centri abitati del sud di Israele. Lo riporta Ynet, l’edizione online dello Yedioth Ahronoth. Un uomo è rimasto lievemente ferito. I razzi sono caduti nelle città di Ashdod, Ashkelon, Beersheva e nell’area di Eshkol. Diversi edifici sono rimasti danneggiati. Le sirene di allarme continuano a risuonare. Una donna di Beersheva, madre di quattro bambini, ha detto ad Ynet: "Non dormiamo la notte e siamo preoccupati per i nostri figli. Usciamo per fare la spesa e poi ci chiudiamo dentro casa". Secondo una stima dello Shin Bet, i servizi di sicurezza interni, oltre 450 razzi sono stati sparati contro il sud di Israele dall’inizio dell’operazione militare israeliana nella Striscia di Gaza, il 27 dicembre scorso.
Anche oggi tregua di tre ore Come nei due giorni passati Israele sospenderà le attività militari a Gaza per tre ore per consentire alla popolazione palestinese di rifornirsi di viveri. Lo ha riferito radio Gerusalemme. La tregua umanitaria avrà inizio alle ore 13 locali, le 12 in Italia, e terminerà alle 16. Fonti israeliane aggiungono che decine di camion carichi di aiuti umanitari sono stati autorizzati anche oggi ad entrare a Gaza dal valico di Kerem Shalom. Israele ha inoltre autorizzato la fornitura a Gaza di quantità di combustibile.
La denuncia dell'Onu: "Violati i diritti umani" Secondo una stima delle Nazioni Unite almeno 257 bambini palestinesi sono rimasti uccisi dall’inizio delle operazioni militari nella Striscia. Nel suo ultimo bilancio rilasciato oggi, l’Onu ha spiegato inoltre che altri 1.080 bambini sono rimasti feriti dal 27 dicembre scorso, primo giorno di incursioni aeree israeliane in territorio palestinese. L’Alto commissario dell’Onu per i diritti dell’uomo, Navi Pillay, ha poi denunciato "gravi violazioni dei diritti umani" nella Striscia di Gaza ed ha sollecitato l’apertura di un’inchiesta indipendente sulle violenze compiute dall’inizio dell’offensiva israeliana. In una sessione speciale del Consiglio per i diritti dell’uomo delle Nazioni Unite organizzato a Ginevra, la signora Pillay ha detto che il lancio di razzi dalla Striscia di Gaza verso Israele è "inaccettabile", così come è "insostenibile" la risposta dell’esercito israeliano per le sofferenze che infligge alla popolazione civile. "L’impossibilità di accedere ai servizi di base e la distruzione delle infrastrutture espongono la popolazione di Gaza a rischi addizionali. Tali condizioni rappresentano gravissime violazioni dei diritti umani - ha detto Pillay - inchieste indipendenti e trasparenti dovranno essere condotte per accertare le violazioni commesse e stabilire le responsabilità".
Il bilancio delle vittime Il numero complessivo delle vittime palestinesi accertate
è così salito ad almeno 783, più di un terzo delle quali erano bambini, sebbene negli ambienti sanitari del posto si parli di oltre ottocento; i feriti superano largamente le 3.200 unità, compresi sessanta in giornata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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