Economia

Gazprom, Acciona, RosAtom: vince la politica delle alleanze

da Milano

Un miliardo e mezzo di barili di petrolio o di gas in più per l’Eni, uno per l’Enel alla fine di tutte le operazioni, compresa quella del sicuro esercizio dell’opzione di acquisto da parte di Gazprom.
Un balzo importante per i due gruppi italiani, basti pensare che a livello mondiale l’Eni dispone di riserve per sette miliardi di barili. E il prezzo di questi due miliardi e mezzo di barili ha dell’incredibile: a conti fatti il barile costerà 40 centesimi di dollaro.
Ma c’è anche un segnale importante, l’ennesimo: per fare gli affari all’estero bisogna avere un partner e la benedizione del governo locale. Che si chiami Acciona in Spagna o RosAtom in Russia per l’Enel, o Gazprom sempre in Russia per Eni ed Enel. E, almeno a Mosca, bisogna dare qualcosa in cambio: l’Italia ha aperto le porte all’export diretto di Gazprom sul mercato nazionale e ha ottenuto che le sue due imprese di punta nel settore dell’energia abbiano accesso ai giacimenti russi. Sia pure a condizione di vendere tutta la produzione sul mercato locale, che presumibilmente sarà meno redditizio di quello internazionale. E poi sullo scenario c’è anche l’affare Alitalia-Aeroflot...
Pure l’accordo Enel-RosAtom è emblematico: il gruppo italiano è l’unico non-russo a cui Mosca ha aperto le porte sul suo mercato delle centrali nucleari. In cambio l’Enel potrebbe valutare positivamente la possibilità di utilizzare tecnologia e componenti russi nelle centrali che prevede di costruire in Romania e Bulgaria, magari associando nell’impresa (e anche nel capitale) società russe. Enel sta acquisendo la nuova tecnologia francese delle centrali nucleari Epr collaborando con Edf. Con RosAtom acquisirà quella russa: sarà una delle poche imprese mondiali ad avere la capacità di muoversi in due direzioni.
Quanto all’Eni, ieri l’amministratore delegato Paolo Scaroni ha detto che «questa operazione sottolinea il valore della nostra alleanza strategica con Gazprom».

Sembra di capire che l’accordo con Gazprom di fine 2006 apra le porte anche ad altre intese: bisognerà vedere se Eni arriverà a poter cercare (e sfruttare) in Russia petrolio e gas anche per l’esportazione.

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