Roma - La Casa delle libertà chiede al governo di chiarire se effettivamente Vincenzo Visco ha rimesso la delega sulla Guardia di finanza, dopo le accuse del generale Roberto Speciale sulle sue pressioni per il trasferimento di alti ufficiali della Lombardia che lavoravano al caso Unipol. I sospetti nascono dal fatto che il viceministro all’Economia si comporta come se, invece, ce l’avesse sempre in tasca.
La questione viene sollevata dal senatore dell’Udc Maurizio Eufemi, in apertura dei lavori dell’aula del Senato. «Questa mattina (ieri, ndr) abbiamo letto - dice il centrista - che il viceministro Visco ha ricevuto il nuovo comandante della Guardia di finanza Cosimo D’Arrigo. Ma a che titolo? Non gli è stata ritirata la delega? Il governo deve chiarire».
Per appoggiare la richiesta di Eufemi interviene il capogruppo di An Altero Matteoli. Definisce «inquietante anche il fatto che il viceministro Visco abbia partecipato alla cerimonia di insediamento di D’Arrigo, visto che gli è stata ritirata la delega». Anche lui ripete in Senato la sua domanda al governo Prodi: «A che titolo il viceministro Visco ha incontrato il nuovo comandante generale della Guardia di finanza D’Arrigo? Visco non ha le deleghe sulle Fiamme gialle e quindi vorremmo capire le ragioni e i contenuti dell’incontro».
Gli strascichi della vicenda che ha opposto Visco all’allora comandante generale della Guardia di finanza Speciale, provocando la rimozione di quest’ultimo e il ritiro della delega al primo, continuano ad agitare le acque politiche.
Oggi, a L’Aquila, il corpo delle Fiamme gialle guidato da D’Arrigo festeggerà il 233º anniversario della sua fondazione, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. E An annuncia che sarà presente con una nutrita delegazione di parlamentari. Perché, lo spiega il presidente dei deputati di An Ignazio La Russa.
«Avvertiamo il dovere morale di manifestare la solidarietà del partito alla Guardia di finanza. Il nostro gesto vuole essere ancor più significativo in ore in cui Vincenzo Visco mostra di non volersi rassegnare all’idea che le sue manovre per interferire nel prezioso lavoro della Guardia di finanza sono state smascherate in Parlamento. Visco incontra, senza aver alcun titolo, il nuovo comandante generale, Cosimo D’Arrigo, incurante perfino dell’imbarazzo che la sua presenza ha potuto creare nel corso della cerimonia di investitura del nuovo capo delle Fiamme gialle».
Prima la presenza del viceministro alla cerimonia di insediamento del nuovo comandante della Guardia di finanza, il 18 giugno, poi la notizia dell’incontro, provocano dunque le proteste del centrodestra. Anche la Lega è stata in questi giorni molto dura e il coordinatore Roberto Calderoli ha definito «sconcertante e di cattivo gusto» la presenza di Visco all’insediamento di D’Arrigo. Che per il vicepresidente dei deputati dell’Udc Maurizio Ronconi è stata «istituzionalmente inaccettabile».
La cerimonia era fissata per il giorno 13, ma è stata poi rinviata in tutta fretta, ad un’ora dall’inizio, perché la Corte dei conti, invece di registrare il decreto di nomina di D’Arrigo, ha chiesto chiarimenti al governo sul documento che stabiliva un avvicendamento senza revocare esplicitamente il generale Speciale.
La nomina di D’Arrigo è stata travagliata anche per questi problemi formali che hanno alimentato le polemiche tra Unione e Cdl, ma anche all’interno della maggioranza.
Dopo le spiegazioni del governo è arrivato il via libera della Corte dei conti, ma accompagnato da un monito all’esecutivo sulle regole da rispettare: la magistratura contabile ha infatti chiesto di motivare meglio, in futuro, i provvedimenti di revoca.
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