La Gelmini fa la federalista e «sposta» il ministero a Milano

La politica dei piccoli passi. O magari, per chi la vorrà leggere così, prove generali di federalismo. Sempre, ovviamente, sull’asse Milano-Roma. Lo strappo (o meglio lo «strappetto») questa volta porta la firma di Maria Stella Gelmini. Donna di bell’aspetto e altrettanto belle speranze che, da neoministro di Istruzione, università e ricerca ha deciso di «decentrarsi». E così starà un paio di giorni la settimana in «periferia», lontano dai Palazzi romani, per stare più vicina a Milano, spesso laboratorio di tante innovazioni. Una scelta destinata a rompere gli schemi classici della macchina ministeriale romana. E così la Gelmini aprirà un suo ufficio da ministro presso la direzione scolastica regionale di via Ripamonti. Una sede non casuale, dato che qui avrà a disposizione un nuovo staff di collaboratori che dovrebbe essere coordinato da Giuseppe Colosio, attuale direttore scolastico provinciale di Brescia.

Che in testa la Gelmini abbia già in mente un altro importante obiettivo del governo, ovvero il decentramento del poteri centrali alle Regioni, a partire proprio dalla scuola? Un obiettivo che lo stesso governatore della Lombardia ha posto in cima alla lista dei desideri.

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