da Roma
Per Giulio Tremonti potrebbe essere lunico tipo di governo «capace di identificare lessenziale». Per Marco Follini il solo sistema per «ricucire il sistema istituzionale lacerato e dare uno scossone alleconomia». Ma a Romano Prodi la grande coalizione non piace per niente, nemmeno se in primavera i due poli pareggeranno: «Non ha senso, non prendiamo in giro gli italiani». Prima però di un eventuale pareggio, prima pure della stessa partita elettorale, cè ancora da stabilire le regole del gioco. Con laccordo nella Cdl sulle quote rosa, e il via libera a un disegno di legge parallelo alla riforma, il proporzionale segna un punto.
Ma resta il problema Ciampi. Il capo dello Stato, che ha ricevuto il neosegretario udc Francesco Cesa, mantiene tutti i suoi dubbi sulla costituzionalità di alcuni aspetti della legge, ad esempio sul premio di maggioranza previsto per il Senato: così comè, rischia di favorire lo schieramento perdente. Lobiezione viene tenuta «nel giusto conto» dal centrodestra, che comunque ha deciso di andare avanti. Gli aggiustamenti verranno fatti semmai dopo leventuale bocciatura del Quirinale. Del resto nemmeno Ciampi si sbilancia: prima di decidere vuole vedere il testo definitivo. Intanto si sta risolvendo un altro dei punti critici sottolineati dal Colle, la rappresentanza femminile nelle liste: le quote rosa dovrebbero essere varate dal prossimo Consiglio dei ministri. Stefania Prestigiacomo, dopo le lacrime dellaltro giorno, adesso si dice «ottimista».
Ma una parte del mondo politico guarda già allanno prossimo. Come risolvere un eventuale stallo? Lanciata da Tremonti, lidea di una grosse koalition viene ora ripresa da Follini, che la considera «unopportunità per salvare il bipolarismo dal caos»: la nuova Dc, giura, non centra. Ma lipotesi viene decisamente respinta dal Professore: «Avevamo costruito adagio adagio un bipolarismo che dava stabilità allItalia. Berlusconi ha governato per cinque anni senza che nessuno gliene contestasse il diritto. Ora vuol fare una legge che dà instabilità al Paese, dopo di che si dice se non va bene, facciamo la grande coalizione. Beh no, non prendiamo in giro gli italiani», Contrario anche Massimo DAlema: «La grossa coalizione? La faremo solo con Follini». Franco Monaco, Margherita, parla di «ammucchiata che promette immobilismo, compromessi e ritorno al passato». Alfonso Pecoraro Scanio di «inciucio».
E, come già era accaduto dopo la proposta-provocazione di Tremonti, pure le reazioni del centrodestra sono altrettanto negative. «Le grandi coalizioni sono la morte della politica e delle scelte, e portano alla paralisi - afferma Maurizio Gasparri, An -. Come si fa a conciliare i programmi di due schieramenti contrapposti? L'esperienza di queste settimane in Germania e in Israele sta dimostrando come siano fallimentari questi tentativi». Andrea Ronchi, portavoce di An, invita a «rispettare il bipolarismo, al di là delle formule» e sprona gli alleati ad «avere l'unico obiettivo di vincere nel 2006».
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