Generali e Algebris, la resa dei conti sarà in primavera

da Milano

L’hedge fund inglese Algebris non demorde e prosegue nella ricerca di consensi per «svecchiare» la governance delle Generali e migliorarne la redditività. Il presidente Antoine Bernheim che, a 83 anni, non ha alcuna intenzione di mollare, continua a lanciare strali contro alcuni dei soci italiani della compagnia, accusati di complottare contro di lui.
Il consiglio di amministrazione delle Generali, svoltosi il 13 dicembre scorso (quello che all’unanimità ha votato per mantenere inalterata la struttura di governo societario del gruppo), avrebbe dovuto raffreddare il clima intorno al Leone di Trieste. Ma sotto l’apparente concordia continua a serpeggiare la tensione, mentre cresce l’attesa per l’assemblea della prossima primavera, quando si potrà capire se il fondo guidato da Davide Serra ed Eric Halet, titolare dello 0,3% di Generali con un’opzione sullo 0,7% del capitale, riuscirà a far inserire nell’ordine del giorno dell’assemblea i temi di suo interesse (basta il 2,5% del capitale mentre per la convocazione di un’assemblea ad hoc occorre il 10%).
Davide Serra, analista tra i più quotati della City, riprenderà a tessere la sua tela al termine delle festività cercando di coagulare consenso sui punti che, a suo avviso, penalizzano la redditività del Leone: il sistema di remunerazione del management, la corporate governance e i conflitti di interesse con Mediobanca.
Resta da capire come reagiranno alcuni dei consiglieri e soci delle Generali dopo il crescendo di accuse di Antoine Bernheim. Il presidente del gruppo triestino ha indicato alcuni di loro come i «manovratori» di Algebris, rilevando anche «strane coincidenze» tra i rilievi mossi dal fondo e le richieste di alcuni consiglieri dopo l’assemblea dello scorso aprile che ha rinnovato il mandato di Bernheim fino al 2010.
L’acuto finale, l’ex banchiere della Lazard, l’ha riservato ai dipendenti del gruppo, in occasione degli auguri di fine anno. Parlando del «complotto» organizzato contro di lui da «azionisti italiani», Bernheim ha usato l’espressione «attacco mafioso». Anche se l’anziano presidente non ha mai fatto i nomi dei fiancheggiatori di Algebris, la stampa ha individuato negli amministratori delegati dell’Eni e della De Agostini, Paolo Scaroni e Lorenzo Pelliccioli, e nel patron di Luxottica, Leonardo Del Vecchio, i bersagli più probabili.


Nel corso del 2007, tuttavia, il titolo Generali, grazie anche alla prudenza della gestione che l’ha tenuta al riparo dalla crisi dei mutui subprime, è risultato tra i migliori titoli dell’intero comparto assicurativo europeo, piazzandosi al quarto posto con un rialzo del 2%. Molto meglio di quanto abbiano fatto gli storici rivali di Axa (-11%) e Allianz (-5%).

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