Generali, le nomine arrivano in extremis

Ieri è stato chiesto anche a Berlusconi. Ma il premier, sulla possibile nomina di Cesare Geronzi al vertice delle Generali, ha risposto: «Non ne so nulla». Ma manca poco: oggi pomeriggio conosceremo la lista di Mediobanca per il cda delle Generali. Ieri sera i nomi dei 13 consiglieri non erano stati ancora messi nero su bianco. Ci penserà, dopo l’ultima notte di trattative e la mattina di oggi, l’ad di Mediobanca Alberto Nagel, dopo aver sentito il presidente Geronzi, come prevede lo statuto. L’incontro tra i due, atteso per ieri, è slittato a stamane. La lista entrerà nel comitato nomine alle 15.30, dove votano anche Bollorè per i francesi, Tronchetti (Pirelli), Rampl (Unicredit), e Pagliaro (dg di Mediobanca).
Tra i nomi, che dovrebbero essere 15 contro gli attuali 19 (ma due posti sono per le minoranze), ci dovrebbero essere lo stesso Geronzi e i due attuali ad di Trieste, Giovanni Perissinotto e Sergio Balbinot. Tra gli altri confermati è ipotizzabile che ci siano i maggiori azionisti: Lorenzo Pelliccioli, e Francesco Gaetano Caltagirone. Conferme ipotizzabili anche per i manager del gruppo Claude Tendil (per le attività in Francia) e Renfried Pohl (Germania); per il socio di Trieste in Repubblica Ceca, Petr Kellner; per lo stesso Nagel, in quando ad del principale azionista (Mediobanca, con il 13,4%); e per i consiglieri indipendenti di peso quali Paolo Scaroni e Diego Della Valle. Così saremmo a quota 11, e mancherebbero altri due posti. Uno dovrebbe andare ad Andrea Comba o Angelo Miglietta (rispettivamente presidente e segretario generale della Fondazione Crt) in rappresentanza della newco Effeti (Crt e Ferak), entrata da poco con il 2,2%. E l’ultimo andrebbe forse a un indipendente, magari indicato dai francesi, a mo’ di compensazione per l’uscita dell’attuale presidente Antoine Bernheim. Che potrebbe restare egli stesso nel cda, o essere acclamato presidente onorario dall’assemblea. Ma da questo elenco manca anche il futuro presidente di Mediobanca, che potrebbe essere Pagliaro, e che per prassi svolge in Generali le funzioni di vicepresidente. Dunque la lista fornirà anche questa indicazione.
Ma non è detto che il numero dei consiglieri sia effettivamente di 15. Di certo gli accordi delle ultime ore dovranno far tornare questi conti, e contemplare alcune varianti che potrebbero diventare preziose. Quello che è sicuro è che il confronto sull’assetto complessivo rimarrà vivo fino all’ultimo minuto. Su una contrapposizione ideale di 3 a 3 all’interno del comitato nomine: da un lato Nagel, Pagliaro e Rampl, dall’altro Geronzi, Tronchetti e Bollorè. Nessuno più, però, scommette su scontri dell’ultima ora. Su qualche colpo di scena, invece, sì. Anche perché la mole di interessi da contemplare è talmente elevata che è pressoché impossibile risolvere tutto oggi.


Come minimo resterà aperta la futura presidenza del patto dei grandi soci di Mediobanca, oggi occupata da Geronzi, ma difficilmente conservabile con il banchiere romano che passa al vertice della principale società partecipata, con deleghe operative.

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