Generali pronta a crescere all’estero In cassa 4,3 miliardi

I profitti 2008 salgono da 2,9 a 3,1 miliardi. Perissinotto: «Il piano industriale sarà aggiornato al triennio 2007-09»

da Milano

I conti delle Generali non hanno mosso più di tanto il mercato. Il titolo ha ieri chiuso a quota 31,35 euro, in lieve calo (meno 0,3%). L’utile di 2,4 miliardi, in rialzo del 25%, e i premi a quota 64,5 miliardi hanno confermato per la società triestina il terzo posto continentale, alle spalle di Allianz e Axa.
E per ora, come è stato detto ieri a Londra dal vertice del gruppo, in occasione della presentazione dei risultati agli analisti, la compagnia ha deciso di rivedere al rialzo l’obiettivo di utile per il 2008, da 2,9 a 3,1 miliardi. Una decisione che dovrebbe permettere di mantenere il livello del dividendo (0,75 euro per azione la cedola di quest’anno) anche dopo l’operazione di aumento di capitale gratuito che regalerà un’azione ogni 100 ai soci.
Se qualcuno, tra analisti e investitori, si aspettava di più, dovrà ora attendere il prossimo «giro»: con l’assemblea di aprile verrà rinnovato l’intero cda della compagnia, per il prossimo triennio. Ma allo stato attuale non ci sono elementi per dire che la terna di vertice, composta dal presidente Bernheim e i due ad Perissinotto e Balbinot, non venga confermata. In proposito il vertice è stato salutato con favore da Parigi da Vincent Bollorè, socio di Mediobanca e da sempre sostenitore di Bernheim: «Ci vuole forse del sangue nuovo» per il consiglio di Generali, ma «non si cambia un'equipe vincente».
E sulla continuità aziendale, nella presentazione di ieri, Perissinotto ha dichiarato che il piano industriale triennale (2006-2009) verrà presto aggiornato «per far coincidere la scadenza del piano con quella del cda».
In ogni caso, secondo Perissinotto, la società si dovrà muovere sul mercato e punterà all’estero: «Le operazioni internazionali sono la strada per la crescita, l’attenzione per la crescita esterna sarà concentrata fuori dall’Italia. Guardiamo a opportunità di acquisizioni ovunque», anche se «in Gran Bretagna non ci sono dossier aperti». Un riferimento specifico che ha un senso: «Sul mercato britannico dobbiamo essere molto attenti perché non siamo presenti, ma ciò che vedo in giro è abbastanza caro». Per le avventure oltre confine le Generali possono contare su di un capitale in eccesso ieri stimato nell’ordine dei 4,3 miliardi, su un capitale disponibile per 32,5 miliardi.
Balbinot, ha poi confermato che le Generali continuano a guardare a Est, fino all'Asia, con particolare attenzione per la Cina.

«Il discorso cinese resta importante. A breve pensiamo di ottenere la licenza anche nei danni». Quando l'autorizzazione finale giungerà, le Generali saranno «forse l'unica compagnia cinese-straniera a operare sia nel vita sia nei danni», ha detto Balbinot.

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