da Milano
Secondo forte calo consecutivo, in Borsa, per le Generali, che ieri hanno lasciato sul terreno l1,5%, a 29,63 euro. A pesare, oltre a una generale contrarietà sul settore assicurativo, sembra sia stata soprattutto la delusione del mercato per la mancata conferma degli scenari più «belligeranti», quelli che prefigurano possibili mutamenti negli assetti azionari attraverso una battaglia su Mediobanca (primo azionista della compgania triestina con il 14%), piuttosto che con operazioni ostili dirette (vedi linteresse, smentito, del gruppo Axa).
Poco importa, evidentemente, che domenica pomeriggio, a Milano, sia previsto il consiglio damministrazione della compagnia presieduta da Antoine Bernheim, per approvare il piano triennale che lindomani verrà presentato (appunto nel capoluogo lombardo) dagli amministratori delegati Giovanni Perissinotto e Sergio Balbinot alla comunità finanziaria. Poco importa perché nel piano sono attese proprio le novità che gli analisti si aspettano: indicazioni precise per come utilizzare quei 1.600 milioni di capitale in eccesso che pesano sul rendimento attuale del gruppo. Le ipotesi, anticipate dal Giornale, sono quelle di un impiego delle risorse per il ritiro dal mercato delle minoranze nella Amb in Germania e Holding Vienna in Austria, oltre che dalla controllata svizzera. Da escludere, invece, unoperazione sulla minoranza della controllata Alleanza, della cui attività, anzi, si parlerà diffusamente nel piano.
Il punto è che le incertezze sul contenuto del progetto triennale frenano le inziative della vigilia. Con il timore che, ancora una volta, i vertici del gruppo non chiariscano fino in fondo attraverso quale strada creare maggior valore.
In proposito il Leone triestino è finito sulle colonne dellEconomist, che nellultimo numero ha citato Perissinotto e Balbinot come i manager della svolta, spiegando che, fino ad ora, la loro strategia è stata anche quella della prudenza. Attraverso il paragone con Axa, lEconomist ricorda che la compagnia francese è gestita in modo più aggressivo delle Generali, si assume maggiori rischi di assicurazione e investe una maggiore proporzione delle proprie attività in azioni. Per questo ora i due «Leoni», scrive il settimanale inglese, dopo aver dato al gruppo italiano unorganizzazione moderna ed efficiente, dovranno pensare a spingere la performance della compagnia, che si colloca più in basso rispetto a quella dei concorrenti europei.
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