La generazione di Facebook scaccia la mala da Bligny 42

Noto come "fortino della droga" per anni ha ospitato solo spacciatori e prostitute ma con l’arrivo di artisti, librai, architetti, il palazzo sembra rinato a nuova vita

«Buongiorno dal patibolo di Milano», o «buongiorno dal manicomio», «B42, dove tutto può succedere». Frasi su Facebook dagli amici di «B42», ovvero il palazzo di viale Bligny 42. Piccolo paese, due cortili, 300 appartamenti, 800 di ogni etnia, due omicidi, droga e prostituzione. Problemi cominciati nel 2003, quando in viale Bligny 42 è venuta a vivere una folta comunità di extracomunitari che hanno acquistato le case attraverso le banche. Facevano comprare gli appartamenti ad un prezzo supervalutato (corrompendo anche i periti), per intascare parte del surplus e non pagare il mutuo.

Ora però le cose stanno cambiando e il profilo di Facebook è solo una delle dimostrazioni della nuova comunità di giovani italiani che si sta muovendo per riappropriarsi del luogo e rivalutare il palazzo. Il punto di partenza per questa rigenerazione è stata l’arte. Come è accaduto con Brera anni fa, con l’Isola e Lambrate, gli artisti sono arrivati dove tutti scappavano e hanno portato un nuovo spirito.

Nel caso di B42 il primo ad accorgersi di questo luogo è stato Maurizio Cattelan. L’artista padovano, 51 anni, è arrivato in B42 nel 1992 e ancora ha un appartamento. In quella che è stata denominata «Scala Cattelan», perché portava alla sua casa, ora vive anche Igor Muroni, artista genovese classe 1976, laurea in architettura, diploma a Brera, master in musica elettronica, insegnante al Naba, Nuova accademia di belle arti. Intorno a lui e sulle orme di Cattelan si è creata una comunità di una ventina di artisti che abitano B42, e due anni fa ha preso forma la Galleria Quintocortile (quintocortile@tiscali.it, 338-8007617), di Mavi Ferrando e Donatella Airoldi.

«Quella di occupare spazi con una vita complicata è una scelta – spiega Ferrando-. L’arte acquisisce una ritualità più spiccata, diventa più intensa. Varcare il portone d’ingresso in questo palazzo è già un’emozione. E, allo stesso tempo, può portare un’ondata di positività». Anche la gallerista Emi Fontana ha aperto uno spazio adiacente a Quintocortile, al momento funziona come deposito. «Chi lavora nell’arte generalmente non ha preconcetti, semplicemente entra in un luogo e la sua presenza genera un’influenza positiva» aggiunge Ferrando. «Ci sono persone che si sentono forti del fatto che ci siamo, che facciamo inaugurazioni, che portiamo quindi anche altri da fuori». L’arte crea contatto, ordine, comunicazione, idee, stimoli.

Vicino a «Scala Cattelan» la casa editrice Shake Coop ha aperto da un anno e mezzo anche un punto di vendita al pubblico nel cortile (www.shake.it, 02-58317306). «C’è un tournover velocissimo di persone – dicono nella libreria -. Non vedo mai le stesse facce, per quanto riguarda gli emigrati. Però ci sono anche tanti studenti della Bocconi e artisti. Parte della “marmaglia” che vive qui, crea il basso apprezzamento, ma potrebbe essere un investimento comprare qui ora». «Credo molto nella rinascita di B42 – dice Liliana Cavallaro, architetto- e sto convincendo molti amici architetti ad acquistare una casa e rivalutarla».

Sì, perché di un vero e proprio progetto di riqualificazione si tratta. Nato spontaneamente e che coinvolge un numero sempre più ampio di persone: Gianmarco Rossi Montecuccoli è un ex studente della Bocconi che ha investito in B42 comprando e affittando più di un appartamento: «Il miglioramento c’è, bisogna crederci. Ho creato io il profilo di Facebook su B42. Inizialmente chiedevo ad amici vari di aderire, ora tantissime persone si sono aggiunte. Certo, ci sono ancora molte cose da risolvere, ma è vero che un punto di svolta c’è stato e ora la situazione sta migliorando sempre di più». Le incertezze sono concrete, reali: «Le forze dell’ordine intervengono spesso – dice l’amministratore Guido Tommasi -, a volte alla loro tempestività non corrisponde una efficace applicazione della legge».

Al momento convivono le due realtà, malavita e giovani artisti, convivono straordinariamente e le banche stanno rivendendo le case ad un prezzo corretto, quindi più basso di quello a cui le hanno acquistate. Si affitta un 25 metri quadrati a 2/300 euro al mese e lo si acquista a 50mila euro, le mansarde ancora meno. Nonostante i nuovi proprietari, il percorso per risanare B42 sarà un ancora lungo.

Stare in Bligny 42 significa passare a fianco a persone che stanno picchiandosi (e s’interrompono solo simbolicamente vedendoti, per riprendere appena svolti l’angolo). Vuol dire chiudere bene le finestre per non sentire le grida notturne. Evitare di entrare in contatto con gli spacciatori. Vedere quotidianamente trans e prostitute alla finestra, che «esercitano» in casa. Vedere la pattumiera lanciata dalle finestre, televisori ed elettrodomestici compresi, o lasciata sui pianerottoli, anche se il cortile principale è pieno di bidoni della spazzatura.

Ancora, vuol dire vedere cani che sporcano le scale del palazzo. Attacchi abusivi dell’elettricità sui muri. Siringhe per terra. Faide di egiziani e tunisini per lo spaccio.

Tutto ciò continua, per carità, ma qualcosa, lentamente sta cambiando.

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