Geniale

Di lui non si sa assolutamente niente. È, infatti, un «corpo santo», cioè un mucchietto di ossa unito a un’ampolla contenente sangue raggrumato, il tutto estratto dal cimitero romano di San Lorenzo sulla via Tiburtina. Forse, «Geniale» è quel che si riesce a leggere sul cartiglio che di solito accompagnava i corpi dei martiri. Le reliquie di questo santo sconosciuto furono ritrovate nel 1656, al tempo del papa Alessandro VII. Quest’ultimo ne fece dono, in seguito, al cardinale Alderano Cybo. Ora, accadde che gli abitanti di Aiello Calabro, oggi in provincia di Cosenza, fecero richiesta di una reliquia perché, a quanto pare, ne erano privi. Così, la domanda arrivò al marchese Alberico Cybo, che era parente (prozio, per l’esattezza) del cardinale di cui sopra. Il marchese diligentemente trasmise la richiesta dei calabresi e il cardinale volentieri accondiscese. Venne redatto regolare atto davanti a notaio e ancora questo solenne documento di consegna si conserva negli archivi della chiesa parrocchiale di Aiello Calabro. La cittadina ebbe così il suo patrono, s. Geniale, che viene festeggiato la prima domenica di maggio. Il culto delle reliquie è profondamente cattolico e di solito fa arricciare il naso al colto e all’inclito. Ossa, sangue, crani, per alcuni sanno di macabro.

Pezzetti di saio, bende, cilici fanno gridare al «feticismo» e alla «superstizione», quando non al masochismo. Ma chi è stato miracolato toccando uno di questi oggetti poco si cura della schifiltosità di sapore gnostico nei confronti della materia santificata dall’Incarnazione. E pegno di resurrezione.

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