Il genio di Bacchetti rende omaggio a Nino Rota

È stato Andrea Bacchetti a chiudere la stagione autunnale dell'Opera Giocosa, venerdì scorso al Teatro Chiabrera di Savona: con cento (ideali) candeline per festeggiare Nino Rota, che il 3 dicembre avrebbe compiuto il «secolo».
Pezzo forte della serata era infatti il suo Concerto Soirée, ironico, brillante, divertente, un dialogo arguto tra pianoforte e orchestra che ha il tratto inconfondibile di uno stile particolarissimo e perfetto: interpretato in maniera molto originale e raffinata da Bacchetti - accompagnato dall'Orchestra Sinfonica di Sanremo diretta da Gianluigi Zampieri - che ne ha restituito una lettura personale e intensa, ora «romantica», ora quasi istrionica, rendendo così giustizia al genio un po' bizzarro di Rota. E strappando caldi e sentiti applausi alla platea. «Siamo orgogliosi di ciò che facciamo - ha sottolineato Tito Gallacci, "storico" presidente dell'Opera Giocosa - e vorrei che questi successi ci aiutassero ad avere sempre più pubblico in sala, crisi o non crisi. Il nostro è un lavoro serio e impegnato: facciamo i salti mortali ma cerchiamo sempre di non prescindere dalla qualità, che è il nostro tratto fondamentale. Credo che anche la città ce ne possa dare atto». La stagione appena conclusa della Giocosa è stata all'insegna della comicità e della «follia», e il concerto Soirée con i suoi temi grotteschi e «cinematografici» ne è stata l'ultima - e indovinatissima - tappa: un modo intelligente di far capire che a teatro ci si può divertire e che l'opera e la musica classica non sono stucchevoli passatempi (solo) per «ragazzi del 99» (Ottocento, naturalmente!).
Grande successo anche tra i più giovani infatti per «Il Signor Bruschino» di Rossini, - andato in scena nel mese di ottobre per la regia di Elisabetta Courir - e per «Il cappello di paglia di Firenze», anche questo di Nino Rota, rappresentato a metà novembre con la regia di Elena Barbalich: due irresistibili e geniali capolavori che hanno suscitato entusiasmo nonché risate sincere, grazie anche a cast di giovani artisti validi e perfettamente calati nei personaggi.


Soddisfatti? Pronti ad andare avanti? Ai piani alti del Chiabrera, i «vertici» della Giocosa sono instancabili: «Siamo sempre al lavoro - continua Gallacci - anche perché c'è già da pensare alla nostra stagione estiva alla Fortezza del Priamàr, appuntamento cui i Savonesi tengono molto».
Tanto per ricordare che l'Opera Giocosa non chiude, nonostante le difficoltà che minano i teatri italiani. Incrociamo le dita.

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