In fila con il numerino, come al supermercato. Solo che qui non si tratta di comprare un etto di prosciutto cotto, ma di «piazzare» il figlioletto allasilo. Sì, «piazzare», è proprio questo il termine - decisamente poco amorevole - usato dai genitori accampati davanti al «nido» di Paese (un paese, appunto, in provincia di Treviso) per «accaparrarsi» - altra espressione poco soave - il diritto alliscrizione dei bimbi.
I posti disponibili, nellasilo di Paese, sono 57 ma i pretendenti allammissione sono molti di più. E allora ecco la scena paradossale che, meglio di ogni altra, riflette linadeguatezza del sistema della scuola dellinfanzia: un centinaio di genitori che trascorrono la notte alladdiaccio davanti allingresso della scuola; questa mattina stringeranno in una mano una tazzina di caffè e nellaltra il prezioso numerino che darà diritto alliscrizione del bambino.
Un trofeo prezioso per il quale oltre sessanta famiglie hanno presidiato 24 ore su 24 listituto. In palio un «premio» prezioso quanto fondamentale per mamma e papà, entrambi lavoratori, che la mattina non saprebbero a chi affidare il loro piccolo. Peccato che il posto allasilo, a Paese, c'è solo per 57 bimbi. Chi arriva cinquantottesimo deve arrangiarsi. Tutti hanno compreso che non cè nulla da scherzare e così i genitori in graduatoria hanno deciso di darsi il cambio ogni 12 ore, mentre altre famiglie hanno addirittura noleggiato dei camper sistemandoli davanti alla scuola pronti a scattare questa mattina in coincidenza con lora X. Del resto, già da ieri, il quorum per la frequenza al nido era stato raggiunto; ai genitori non è rimasto quindi che organizzarsi eleggendo dei «controllori» a cui è stata affidata la lista dei primi 57 arrivati, cioè quelli che hanno ufficiosamente maturato il diritto allammissione dei figli. «Onde evitare litigate fra di noi - dice un papà pacifista e dallo spiccato senso democratico - abbiamo distribuito i numeri corrispondenti alla nostra posizione in classifica. Facciamo l'appello ogni ora: chi non risponde perde il posto e subito c'è un genitore pronto a rilevare la posizione in graduatoria». Molte famiglie infatti, nonostante il numero massimo di iscritti sia già stato raggiunto, non mollano e restano a presidiare l'asilo comunque: se qualcuno dovesse decidere di prendersi un panino o dovesse trovarsi alla toilette al momento dell'appello, loro, gli esclusi, sarebbero pronti a «tappare il buco».
«È assurdo che il Comune ci abbia costretto a ricorrere a questo sistema - aggiunge il papà pacifista di prima che però, dopo 12 ore di snervante attesa, sarebbe ora disposto a picchiare chiunque insidiasse la sua potenziale iscrizione -. Ma per i figli si fa questo ed altro».
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