Gennaro Sarnelli

Nacque a Napoli nel 1702, figlio del barone di Ciorani. La famiglia dei Sarnelli apparteneva alla nobiltà cosiddetta di toga, e Gennaro dovette continuare la tradizione paterna intraprendendo studi giuridici. Addottoratosi nel 1722, cominciò la carriera forense e, come avvocato, prese parte alla Congregazione dei Cavalieri Togati, i quali avevano l'obbligo di visitare periodicamente l'ospedale degli Incurabili. Fu qui che il Sarnelli incontrò l'ex collega Alfonso de' Liguori (poi santo). Nel 1728 capì che doveva entrare in seminario. Nel 1732 fu sacerdote. Nello stesso anno s. Alfonso fondava i suoi Redentoristi, nei quali entrava anche il Sarnelli. Il fratello di quest'ultimo, gesuita, si adoperò per fare aprire una casa redentorista nel feudo familiare di Ciorani. Seguirono anni di intensissimo lavoro, che ridussero il Sarnelli in un grave stato di prostrazione. Il Liguori, allora, gli ordinò di risiedere a Napoli, solo tenendosi a disposizione per eventuali chiamate. A Napoli il Sarnelli lavorò soprattutto per recuperare le prostitute dei quartieri spagnoli, ragazze il più delle volte finite sul marciapiede per fame. Naturalmente, questa attività non piaceva ai magnaccia, che lo minacciarono di morte più volte. Il Sarnelli scriveva anche, molto, su argomenti che spaziavano dal diritto alla teologia, dalla mariologia alla morale, dalla pedagogia all'ascetica.

Nel 1741 dovette occuparsi della predicazione in tutti i paesi che circondavano Napoli, attività spossante che compromise alquanto la sua già precaria salute. Morì nel 1744 a Napoli, neanche quarantaduenne.
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