Il Genoa cambia e torna all’antico

Il Genoa cambia e torna all’antico

Al suo disappunto conviene anche il conte Clavarino, arrivato bagnato accanto a Monica Mondini, ma in tempo giusto per non mandare all’aria la cabala che vuole, in tribuna, uno schieramento d’attacco preciso (e guai se non è schierato all’inizio della gara): Marotta, «esterno destro», Garrone centrale, Monica donna-assist e appunto Clavarino esterno di sinistra basso, mentre Parodi ricopre il ruolo di «esterno alto».
La pioggia ha rovinato tutto, si dice in tribuna. In verità ha reso molto più inquietanti e fascinose le «donne dei vips», a cominciare da Cristina Serra, a Monica Mondini e Carla Signoris, che avvolta da un clamoroso cappuccio giallo, cercava di spiegare a Simona Ventura cosa stava accadendo a Marassi (cioè quasi niente). Cristina e Monica, invece, erano molto più affascinanti, con le capigliature accarezzate (si fa per dire) dalla pioggia che dava loro una qual «selvaggeria».
C’è anche un ospite di lusso, che si chiama Roberto Mancini (ne parleremo a parte): con lui Domenico Arnuzzo (uscito da un successo personale quale protagonista del programma «Doppia Rete» su Primocanale dove ha affermato che un allenatore, quando inizia la partita, non serve più a niente...) e Gianni Plinio che quasi si è genuflesso all’apparire del Mancio.
Molto pensieroso (più del solito) Duccio Garrone, con sigaro e giacchetta di cachemire molto chic: sembrava assente per tutti i novanta minuti. Qualcuno ha ipotizzato che il presidente pensasse con una certa amarezza alla notizia data dal suo amico Dalla Valle che ha lanciato il «nuovo stadio» fiorentino. Fra gli applausi di tutti, sindaco Domenici compreso. Mentre da noi il grande stadio sembra venga continuamente boicottato dalle istituzioni che non amano guardare al di là del loro naso. Così mentre città come Firenze esplodono e offrono eventi fantastici, noi ce ne stiamo sulle rive del Bisagno a pensare in piccolo, anzi in piccolissimo.
Notiamo la camiciola fresca fresca di Marco Bisagno, sotto il diluvio, la raffinatezza del «rigato» di Marangon, la bellissima e dolce signora Zonca, Tecla con il figlioletto Gregorio (il papà Fabrizio è colui che «illumina», da una vita, Briatore), i due «grandi saggi» Chiappuzzo e Garufi. Una piccola divagazione: per tanti anni accanto al professor Andrea sedeva una gran bella signora, dolce, simpatica, la consorte del professore. Purtroppo è mancata quale mese fa: un abbraccio affettuoso caro amico Andrea.
Lievemente afflitto il professor Dino Bonsignore: si tirerà su seguendo le iniziative della consorte che, con l’associazione Idea, prepara per fine mese una clamorosa «asta» di arte moderna e contemporanea al palazzo della Borsa (il maligno ha chiesto: «Mettete all’asta anche Bonazzoli?»). E la bellissima, ma amareggiatissima Giorgia Costa, venuta fin dal Tigullio, non si capacita come mai Mazzarri abbia iniziato con Delvecchio e non con Bonazzoli: «Anche se questo ha sbagliato un gol che nemmeno mia nonna...». È il tema di tutti. Franco Pronzato dice: «Non si può giocare senza punte. Cassano non è un santo...». E Gianni Pisani: «Siamo in emergenza: fate qualcosa!».

Avvolto da sciarpe blucerchiate esce, attonito, anche Alfonso Ferrari Albani (che strepitoso successo televisivo, il suo): «Coraggio bisogna asciugarsi le lacrime... di pioggia ovviamente».
Inzuppato, ma tutto sommato contento, Marco Semino con il pensiero rivolto più ai suoi successi nei tornei di golf che a Bonazzoli e Cassano.

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