A Genova una cultura di parte

Caro Massimiliano, il mio pezzo sulla Storia in piazza non voleva affatto mettere in discussione quanto il Giornale sta facendo, sai bene che ti riconosco grandi meriti; né sminuire i risultati della manifestazione in termini di pubblico e di partecipazione. Che l'arrivo del professor Borzani abbia rianimato un Palazzo Ducale in stato comatoso è un dato di fatto: negarlo sarebbe da miopi e faziosi a nostra volta. Quel che mi affanno a rimproverare al professore, e non soltanto a lui, è la costante protervia ideologica di quasi tutte le iniziative che affollano il contenitore in questione e la nostra città.
Poco mi consolano l'isolata proiezione di «Katyn», innocua per l'establishement locale, anzi, trofeo da esibire in nome della finta apertura all'avversario. Poco mi conforta la chiamata in posizione defilata di Marcello Veneziani, intellettuale di destra si, ma morbidoso come una gomma da masticare. Quel che mi preme è tenere sveglie le menti di fronte alle prevaricanti mistificazioni e alle assai numerose letture a senso unico che ci vengono propinate quasi quotidianamente. Volenti o nolenti, coloro che gestiscono la cultura a Genova sono di parte e l'ostracismo nei confronti delle idee ( e delle persone) veramente libere è ancora fortissimo.
Queste mie note le scriverei anche se la faziosità si sviluppasse altrove, pure a destra.

Resto infatti fermamente convinto che il vero pensatore debba erigersi a garante della libera espressione: di intellettuali engagè ne abbiamo piene le scatole.

Caro Maurizio, ma li hai letti gli ultimi articoli di Marcello Veneziani sul Giornale? Ma che gomme mastichi?