Si chiama «atto telematico» e la sua sperimentazione è partita ieri dal tribunale civile di Genova: dopo un'ora e 28 minuti dalla richiesta dell' avvocato Mauro Ferrando, un decreto ingiuntivo è stato emesso dal presidente del tribunale, Antonino Dimundo, ed il legale ha potuto farne copie autentiche per notificarle.
È la seconda volta che avviene in Italia, nell'ambito della sperimentazione nazionale del processo civile telematico. La richiesta del decreto, per conto di una società nei confronti di un cliente inadempiente, è partita ieri alle 9 dallo studio dell' avv. Ferrando, consigliere dell' Ordine degli avvocati di Genova, responsabile della Commissione Informatica, insieme con il relativo fascicolo, anch'esso trasferito su supporto informatico. Sottoscritto con firma digitale dall' avv. Ferrando, l'atto è stato inoltrato al punto di accesso nazionale della sperimentazione (a Napoli), la quale ha apposto, pressochè in tempo reale, il primo «timbro» virtuale di ricevimento. Da Napoli è stato girato al ruolo generale del Tribunale di Genova, dove ne è stata confermata la valida ricezione, con l'attribuzione di numero consecutivo di ruolo della procedura monitoria. Quindi è stato recapitato, sempre in via telematica, sul pc in dotazione al Presidente del Tribunale, Antonino Dimundo, il quale, letto il ricorso informatico ed i relativi allegati virtuali, ha accolto l' istanza ed ha emesso il decreto ingiuntivo, anch'esso sottoscritto con firma digitale. Alle 10.28 l'iter procedurale della prima procedura monitoria informatica è stato completato, tanto che l' avv. Ferrando ha già potuto estrarre copie autentiche del provvedimento in questione, per la notifica al debitore. Da oggi i 19 avvocati sperimentatori genovesi inoltreranno altre procedure monitorie con le stesse modalità telematiche e si interfacceranno, per l'emissione dei provvedimenti, con i magistrati genovesi coinvolti nella sperimentazione (al momento una trentina), coordinati dal Dott. Vincenzo Basoli.
Una volta a regime, la procedura telematica accorcerà sensibilmente i tempi della Giustizia, limitando, per gli avvocati, la necessità di accesso fisico alle cancellerie, e, per i magistrati, la movimentazione di materiale cartaceo.
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