Genova sotto l’assedio della doppia protesta

È stato un assedio, su più fronti e senza via d’uscita, a meno di non uscire dall’auto e andarsene a piedi, certo. I metalmeccanici da ponente e gli studenti in centro, di cinquecento in mille, ieri i professionisti della protesta di piazza hanno bloccato la città. Ai cortei, che già facevano la loro parte a innervosire un già irascibile traffico, s’è aggiunto il colpo di grazia dei diversivi. Come il blocco per mezzora dei binari alla stazione di Sampierdarena da parte degli operai, che ha aggiunto ritardo al ritardo ormai fisiologico dei treni. E come lo striscione che gli studenti hanno innalzato davanti alla Prefettura con la scritta: «Riforma, repressione: questa è la loro istruzione». Erano partiti in 500 alle 8.30 da piazza Massena a Cornigliano, i metalmeccanici della Valpolcevera, della valle Scrivia e di Sampierdarena, nella seconda giornata di sciopero di 4 ore per il rinnovo del contratto di lavoro. Hanno percorso il ponte di Cornigliano, attraversato piazza Montano e la zona della Fiumara. Poi si sono fermati in largo Jursè, bloccando il traffico in direzione levante e ponente. Quindi hanno tirato dritti fino alla stazione di Sampierdarena, dove in un migliaio hanno bloccato i binari.

Gli studenti delle scuole superiori e dell’Università invece, scesi in piazza contro la Riforma Moratti, hanno sfilato da Caricamento a piazza de Ferrari, dove una delegazione si è recata in Regione, per essere ricevuta dal presidente Claudio Burlando, passando davanti alla Prefettura.

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