«Genova Vip» mette l’ottimismo in prima pagina

«Genova Vip» mette l’ottimismo in prima pagina

La testata, «Genova Vip», fa diretto riferimento alle persone «importanti», a quelle che contano, nel capoluogo della Liguria e non solo. E di persone che contano, di personaggi importanti, la rivista diretta da Vittorio Sirianni e edita da Cdm Multimedia di Caterina Venchi ne ospita sempre un gruppo molto numeroso, a significare che il territorio che va da Ventimiglia a La Spezia, compreso il suo centro nevralgico (e un po’ «nobile decaduto»...), non ci sta a passare per Cenerentola dell’economia, della cultura e, più in generale, della qualità della vita. Solo che bisogna intendersi, per non cadere nell’equivoco macroscopico e far torto a chi la rivista Genova Vip ispira, compone, organizza, manda in edicola con l’intento innanzi tutto di informare. Ecco: i Vip, per Genova Vip - par di capire, scorrendo le pagine del mensile -, non sono i «fighetti del quartierino» o i nullafacenti che frequentano i salotti anziché le scrivanie degli uffici, né sono i signorini e signorotti dalla «erre» molto, molto arrotata che parlano di riscossa operaia indossando con assoluta disinvoltura camicie di sartoria e cravatte di Marinella, e spruzzandosi ogni tanto (ogni dieci minuti) di Azzaro parfums.
No, non sono questi i Vip cui il magazine di Sirianni dedica pagine e pagine di cronaca (al massimo, li ospita in qualche pezzullino condito di ironia...). I Vip che piacciono a Genova Vip sono quelli che sgobbano dal mattino alla sera, e si rimboccano le maniche per mandare avanti l’azienda, il «Sistema Genova», il «Sistema Nord Ovest» e anche il «Sistema Italia». E sono gli stessi personaggi importanti che magari, dopo dieci, dodici ore di lavoro, si concedono un incontro conviviale con gli amici del Rotary o dei Lions, si tolgono il gessato di ordinanza e indossano uno spezzato sportivo fresco lana, si ritagliano un intermezzo mondano, vanno all’American bar o in discoteca, ma pagano regolarmente il conto. E va bene se c’è anche il fotografo - che è anche lui uno del giro - che tira fuori dalla tasca la «digitale» e immortala un sorriso invece che un grugno, mentre il cronista del mensile - che è anche lui uno del giro - registra sul taccuino una dichiarazione di speranza invece della solita litanìa. Ma chi l’ha detto che per essere importanti bisogna pensare negativo? E chi l’ha detto che per essere Vip bisogna sempre e solo piangersi addosso, spargere gramigna, giustificarsi col destino cinico e baro, e persino rinunciare a una serata fuori porta o a mostrarsi a braccetto di una bella figliola o di una ex miss Valpolcevera degli anni Sessanta? Genova Vip no, non l’ha detto di sicuro.

Così, pagina per pagina, mese per mese, Vittorio e Caterina, con i loro validi collaboratori, continuano nella loro «missione possibile»: sorridere e farci sorridere, restando seri senza essere seriosi, e importanti senza essere spenti. Veramente e decisamente Vip, dunque: negli articoli, nelle foto e, perché no?, anche nella vita.

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