(...) e di chi ascolta. Una dimensione quasi irreale, onirica, che altera i sensi. Il silenzio è d'obbligo. E basta un impercettibile gesto della mano dal podio per ristabilirlo, per ritrovare quella sacralità interrotta da un «blasfemo» applauso fuori posto. Un concerto straordinario, quello di sabato sera al Carlo Felice nell'ambito della stagione della Gog, protagonista il grande Maestro - di nuovo a Genova dopo quasi cinquant'anni - e il suo gioiello, l'Orchestra Mozart Bologna, eccellente compagine di giovani musicisti affiancati da prime parti di spicco. Bach e soltanto Bach. Esecuzione magistrale. Un ingranaggio tecnico perfetto unito ad una poesia e cantabilità estreme, un unico strumento polifonico in assoluta armonia con il gesto, minimo e composto, un'interpretazione profonda, intima, elegante, con un equilibrio impeccabile: un controllo della sonorità che pare, a tratti, meccanico, da quanto è puntuale, quasi un invisibile potenziometro che d'un tratto regoli il volume di un disco. E i brividi a fior di pelle. Il programma è studiato con intelligenza per dar voce ai diversi solisti: la splendida Isabelle Faust, già vincitrice, quindicenne, del Premio Paganini nel 1993, appassionata, canta con lo strumento - uno Stradivari del 1704 - e con il corpo; poi estremamente delicata nell'Adagio del Concerto n. 2 in mi maggiore, lieve e struggente, infine interlocutrice personalissima nel Concerto per due violini, archi e continuo in re minore, in coppia con Gregory Ahss. Ancora il virtuoso flautista Jacques Zoon, che accende l'entusiasmo con la familiarissima «Badinerie» e che affianca poi Raphael Christ al violino, Lucas Macìas Navarro all'oboe, Reinhold Friedrich alla tromba, per il brillante Concerto Brandeburghese n. 2 in fa maggiore. Beato il pubblico gusta questo nobile banchetto musicale, assapora le finezze, apprezza la fragranza delle note centellinate con limpidezza e precisione, rimanendo rapito dalla celeberrima Aria della Suite-Ouverture n.3 in re maggiore, regalata dagli archi con un garbo e una dolcezza davvero commoventi. Peccato soltanto l'assenza del soprano Julia Kleiter, indisposta, che con la Cantata «Jauchzet Gott in Allen Landen» senz'altro avrebbe posto un sigillo prezioso ad un repertorio incredibilmente vasto e affascinante. Il Maestro è il sommo concertatore del tutto, lui cura il dialogo delle sezioni, impasta i colori, sfuma le tinte dell'affascinante affresco bachiano. E crea il capolavoro assoluto. Serata memorabile, il pubblico è estasiato e gli applausi non finiscono mai; standing ovation sentita, affettuoso tributo ad un protagonista indiscusso della nostra Storia della Musica e della cultura tout court. Il concerto dell'8 dicembre è un diamante incastonato nel prezioso cartellone della Gog, Giovine orchestra genovese, che con questa Stagione del Centenario offre a Genova la Musica da Camera di qualità, con appuntamenti imperdibili e ospiti tra i più prestigiosi, rimanendo un'eccellenza nel panorama musicale cittadino e nazionale. Nonostante la crisi che attanaglia i teatri in tutto lo Stivale. Tanto di cappello.
«C'è bisogno, sempre di più, del bello - sostiene il Cardinale Bagnasco, ospite attesissimo in una platea gremita come non mai - specie in questi tempi bui». Il Bello, con la B maiuscola, naturalmente. Il Bello assoluto. Che rischiara come un raggio di luce. Grazie, allora, Claudio Abbado.Barbara Catellani- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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