(...) Ferrara ha tracciato il giudizioso solco tattico rifugiandosi nel «4-1(Maresca)-4-1(Icardi)» d'emergenza basato sulle migliori forze disponibili per sangue, polpa e coraggio; e poiché ha agito con una settimana d'anticipo sul Grifo, la sua Sampdoria sta 4 punti avanti. Per decidersi all'identico salvifico passo, Del Neri ha dovuto sbatterci il muso nel derby: ma pazienza, visto che pure il Grifone è riuscito a mettere la testa fuor dal fango con soli sette giorni di ritardo. Altro che ambizioso «4-3-3» tanto caro a Ciro, con un organico blucerchiato che pragmaticamente non lo consente - pleonastico e zoppo com'è - mancando di esterni offensivi «ad hoc»! Altro che tradizionale «4-4-2» di Gigi, per motivo paradossalmente uguale, su sponda rossoblu! Per trovare il bandolo della matassa, Ferrara ha atteso il settimo sigillo avverso, ma visto com'è andata va bene anche così. Per comprendere che il Destino stava battendo alla porta del Grifo, Del Neri ha sopportato cinque stampi in faccia, ma visto com'è andata va bene così. Ferrara ha capito che a una difesa in cui Rossini sta battendo preoccupanti colpi a vuoto occorreva il conforto del sagace Maresca; mentre pure al centrocampo serviva una «quattro di gamba» che più non sopporta lo stesso Maresca, fedele amico di Ferrara il cui passo ormai risulta fatalmente rallentato. E insomma davanti - in assenza dei lungodegenti Maxi Lopez e Pozzi, più l'acciaccato Eder - sotto con Mauro Icardi (ancora grazie a Riccardo Pecini che lo portò alla Samp), il fulmineo pupo argentino dai piedi buoni che verticalizza alla catalana e arditamente si picchia col mondo intero. Poi è vero che per venire a capo del Bologna c'è voluto il quarto d'ora sacrificale di Eder (fantastico il suo triangolo con Poli scopertosi goleador) che il talentuoso brasiliano pagherà con ulteriore infermeria, ma pazienza. Piuttosto, non mi stanco di ripetere, tenere da parte una belva come Tissone sol perché non firma la riconferma equivale a un clamoroso autogol. Beethovenianamente, la Sesta di Del Neri ha in effetti onorato l'istituzionale funzione di Pastorale, fruttando al Grifo 3 punti pregni di serenità nella semplicità. Anche qui, giudizioso il distacco del valido ma compassato Tozser (poi Seymour) deciso da Del Neri a tutela della traballante «quattro» di difesa (mille grazie al glorioso finalone di Frey) nonché della «quattro» di centrocampo tanto ruggente in Ruspa-Kucka e Bertolacci-gol quanto pervicacemente zoppa nel sofferente Jankovic. E grazie al leonino Borriello che si è sbattuto da solo nel cuore della difesa orobica fino a beccarsi il giallo che gli farà saltare il Chievo, per il quale si prenota comunque in esclusiva il non meno battagliero Immobile.
Battere il Chievo a Marassi (in assenza dell'infortunato Antonelli e dello squalificato Moretti, farà Vargas l'esterno sinistro della «quattro» di difesa) è l'imperativo categorico per domenica, in vista del quartetto (Pescara là, Torino qua, Inter lassù, Bologna quaggiù) che scandirà le tappe del Grifo fino al traguardo del girone d'andata.
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