«Le campane dell'economia suonano a morto»

«Le campane dell'economia italiana suonano a morto, suonano a morto soprattutto nello spirito della gente, che si sta sedendo, la cosa peggiore che possa succedere». Lo ha detto il presidente di Banca Carige Giovanni Berneschi ieri a Genova al convegno annuale Effebi- Carige sul tema «L'assemblea della Banca d'Italia e le sfide strategiche per le banche italiane». «Non ci vuole molto a capire che siamo alla vigilia non certo di belle cose in Italia - ha sottolineato Berneschi -. Soluzioni non ne vedo. Sono anni che si dicono le stesse cose ma nessuno fa niente, sarà stata colpa dei Governi non lo so, ma la situazione è questa». «Sono molto preoccupato, in Italia se va avanti così fra un po' di tempo avremo dei gravi problemi sociali - ha aggiunto Berneschi -. Questo 40 per cento di disoccupati non so come finirà, non pensate che siano tutti stupidi, prima o poi qualche reazione ci sarà. Siamo diventati un Paese del Terzo Mondo, dico la verità: se dovessi ricominciare da capo andrei nello Zaire».
«Banca Carige - ha aggiunto - ha scelto come alternativa all'aumento di capitale le dismissioni. In questa situazione la gente dove li prende i soldi? Va a rubare? Le dismissioni saranno sufficienti. Il problema non siamo noi, è l'Italia». Berneschi è intervenuto sul piano di rafforzamento da 800 milioni che prevede la dismissione di diversi asset tra cui il ramo assicurativo, la Sgr, la società di gestione del risparmio (rpt gestione del risparmio), e le partecipazioni in Esaote, Ili e Autostrada dei Fiori. «Affinché lo Stato si ricompri le nostre quote in Banca d'Italia, qualcosa si muove, ma con una lentezza esasperata, da spararsi, troppo lento il processo, troppa burocrazia» ha sottolineato Berneschi, precisando comunque che le partecipazioni di Carige in Ili ed Esaote non rientrano nel piano di dismissioni. «Banca Carige sta seguendo l'iniziativa portata avanti dall' Abi per la vendita delle quote in Banca d'Italia, ci adegueremo» ha poi spiegato il direttore generale di Banca Carige Ennio La Monica. Sullo stato di salute del credito in Italia, la Monica ha aggiunto: «la situazione è sicuramente difficile, non ci sono delle grandi prospettive in questo momento, ma cerco di essere un po' ottimista. È in crisi soprattutto l'Europa, l'Italia - ha detto La Monica -, ma il resto del mondo corre, ci sono delle economie che vanno bene, dobbiamo fare di tutto per agganciarci alla crescita».

Sul credito La Monica ha detto che «le banche hanno vincoli legati alla liquidità sui mercati internazionali, al costo del rischio, in questo momento purtroppo molte famiglie e molte imprese non pagano più i loro crediti».

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