Carignano in rivolta contro la «vasca»

(...) del quartiere di Carignano che, dopo aver subìto lo stravolgimento del panorama a causa dell'«artistico» tetto spiovente del nuovo padiglione B della Fiera, si muovono per impedire che la costruzione del bacino provochi rumori molesti 24 ore su 24 e tagli la fetta residua di skyline, una volta ospitate le attuali maxi-navi in ristrutturazione.
Di tutto questo si fa interprete - e non da adesso - Raffaella Della Bianca, ingegnere e capogruppo dei «Riformisti Italiani» in consiglio regionale, che avrebbe voluto interrogare la giunta, ma si è vista rinviare per l'ennesima volta, in extremis, il proprio intervento nell'assemblea legislativa della Liguria. «Mi ero occupata della faccenda - spiega Della Bianca - con un'interpellanza che risale al gennaio dello scorso anno, dopo la diffusione della proposta presentata da Confindustria e Autorità portuale per la costruzione dell'opera nello specchio acqueo dove c'è il porticciolo Duca degli Abruzzi. Ma, a distanza di una ventina di mesi, non posso ancora portare all'attenzione del vertice della Regione e dei colleghi di Consiglio le considerazioni del caso».
In particolare, Della Bianca sottolinea che «sul futuro del porto industriale non si può più tergiversare. Lo dimostrano anche le recenti proteste dei lavoratori della San Giorgio. E allora - insiste - è necessario capire se valga ancora la pena di pensare alla realizzazione del sesto bacino, in relazione ai traffici o all'offerta di lavoro che tale investimento potrebbe garantire al futuro dello scalo e all'intera economia ligure, quando i nostri principali operatori privati hanno già fatto ingenti investimenti a Marsiglia».
Il riferimento è a realtà produttive come Mariotti e San Giorgio che lavorano oltre confine da anni. Insomma, «se da un lato in Francia si produce, dall'altro in Italia si resta fermi». Per il progetto del sesto bacino, ricorda Della Bianca, «sono previsti 100 milioni di euro. Il presidente dell'Autorità portuale Luigi Merlo pensa di trovare le risorse dalla vendita delle quote dell'aeroporto, ma siamo sicuri - si domanda l'esponente dei Riformisti Italiani - che sia questo ciò che serve al nostro porto? Se non si prenderanno delle decisioni in tal senso, resteremo in una preoccupante situazione di stallo».

Insoma, se l'investimento non è più strategico per il comparto delle riparazioni navali - è la conclusione di Della Bianca - l'Authority di Palazzo San Giorgio «ha il dovere, in tempi brevissimi, di individuare altri segmenti che possano essere determinanti per accrescere la competitività del nostro sistema portuale».

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