Ma Corso Sardegna non ci crede e tiene aperti i negozi

«Come vuole che vada? Siamo tutti allertati. Non è passato nessuno ad darci informazioni o altro. Ci sono i cartelli con la scritta “Allerta massima”, ma qui dicono anche che se oggi teniamo i negozi aperti, ci danno una multa di 1.500 euro». Corso Sardegna, una delle vie più colpite insieme a via Fereggiano dall'alluvione dell'anno scorso. La signora Elsa Casali è proprietaria di una boutique di abbigliamento che il 4 novembre del 2011 è stata spazzata via dal fango. E ora, dopo aver passato un anno e tutti i soldi spesi per cercare di riavviare la sua attività, non è disposta a perdere nemmeno un giorno di lavoro. Nemmeno di fronte alle voci che girano qui nel quartiere di una multa ai commercianti che alzano la serranda di 1.500. «Capisco che l'allerta è l'allerta, ma mi sembra che ora stiano esagerando - dice -. Magari non piove nemmeno. Se veramente dovesse succedere qualcosa, mi barrico dentro, con le saracinesche giù». Il punto è che ormai la situazione è tale per cui «loro si mettono al vento, si metteono al riparo dopo quello che è successo l'anno scorso» e vogliono essere dalla parte della ragione. A tutti i costi e anche se domani poi alla fine non dovesse cadere nemmeno una goccia di acqua. Intanto in via Fereggiano e in corso Sardegna c'è chi ha già predisposto sacchi di sabbia all'ingresso dei negozi e le assi di legno per proteggerli. Anche se, chi vive qui da anni, e sa cosa accade quando piove, guarda il letto del fiume e si consola. «Il Fereggiano non è pieno d'acqua, per venire fuori, deve proprio franare la montagna - continua Elsa -. Glielo ripeto, è un'allerta che fanno per proteggersi, loro». Elsa così come gli altri commercianti di corso Sardegna non hanno ancora visto un centesimo dal Comune, non un soldo di quelle centinaia di iniziative benefiche che sono state organizzate all'indomani del nubifragio. Ora, ad un anno di distanza con il 70 per cento degli esercizi commerciali che è stato costretto a chiudere, hanno finito la pazienza e stanno raccogliendo le firme per denunciare Tursi per danni.
Poco più avanti, in via Fereggiano, dove il 4 novembre morirono sei persone, gli abitanti hanno qualche dubbio sull'arrivo della cugina di Sandy, l'uragano che appena una decina di giorni fa ha spazzato via Canada e Stati Uniti facendo almeno cento morti. «Guardi, ci credo poco. Che nel Mediterraneo venga qualcosa del genere mi sembra improbabile. Non ci sono le condizioni». Ma va bene che il Comune, che la Protezione civile diramino gli allerta, così come è successo in queste settimana, anche se poi non accade nulla. «Io preferisco essere allertato piuttosto che non esserlo. Ognuno sceglie di fare ciò che vuole.

Al momento non possiamo dire di essere informati male, ora ce n'è fin troppa di informazione - racconta gli abitanti -. Esagerano anche, ma è giusto che in quesi casi sia così».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica