«Così il porto di Genova può varare lo sviluppo»

Il riconoscimento è trasversale, senatore del Pdl Luigi Grillo: la nuova legge sui porti è una vittoria soprattutto sua.
«Diciamo che l'approvazione a Palazzo Madama della legge di riforma della portualità segna un punto di svolta in uno dei settori più strategici del Paese».
D'accordo. Ma lei si è battuto come un leone, e per anni, a favore di una regolamentazione che sostituisse la vecchia normativa 84/94.
«Certo. E ne valeva la pena: con le nuove norme, non appena la Camera dei deputati avrà esaminato e licenziato in via definitiva il testo, si creano le condizioni per rendere più efficiente l'organizzazione nei porti e si definisce una nuova governance favorendo il protagonismo dei presidenti delle Autorità».
Fermiamoci qua: il ruolo del presidente-manager.
«Il rafforzamento della soggettività istituzionale dell'Authority trova fondamento nell'esigenza di meglio sovraintendere a fenomeni in rapida evoluzione, come quelli portuali, dotandola di strumenti di gestione amministrativa più efficienti e attribuendole il compito di regolare, con le relative responsabilità, attività che incidono in modo determinante sull'ambito operativo dello scalo».
Qualche esempio.
«Penso alla regolamentazione piena ed esclusiva delle aree demaniali, alle scelte sulla destinazione dei punti di accosto per le operazioni di imbarco e sbarco, all'organizzazione dei servizi tecnico-nautici».
Tutto essenziale. Ma lei, senatore Grillo, è soddisfatto anche per altro.
«Infatti. Intanto, per il riconoscimento di un'effettiva autonomia finanziaria dei porti, mediante l'attribuzione alle Authority del gettito derivante dalle tasse connesse alle attività di sbarco e imbarco delle merci e la devoluzione alle stesse Authority di una parte dei tributi riscossi dalle dogane».
Ma potremo contare davvero su procedure più snelle?
«Con la nuova legge si velocizzeranno le procedure per l'approvazione dei piani regolatori portuali e si renderanno più attrattive le condizioni per gli investimenti dei privati in banchina. Di rilievo anche la norma che, di fatto, eviterà il ricorso a commissari in caso di mancata intesa tra il Governo e il presidente della Regione di riferimento».


Tanto basta per far crescere la portualità?
«Sono convinto che questo corredo di norme, unitamente agli strumenti finanziari già inseriti in precedenti provvedimenti legislativi adottati di recente dal Parlamento, sono una condizione più che sufficiente per avviare corposi investimenti, velocizzare le decisioni, e quindi recuperare competitività a livello di sistema nel comparto dei trasporti marittimi. Facendo diventare a tutti gli effetti il nostro Paese la piastra logistica più importante del Mediterraneo».

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