Innovazione, investimenti, fiducia: sono questi i termini più frequentemente risuonati ieri mattina, nello stabilimento Fincantieri di Marghera, dove è stato posato in bacino il primo troncone - 504 tonnellate, 29 metri di lunghezza, 16 di larghezza - della Costa Diadema, la più moderna unità della società croceristica genovese del Gruppo Carnival che sarà la futura ammiraglia della flotta al momento del varo previsto per fine ottobre 2014. I numeri della nave danno la misura della sfida che, in un momento difficile dell'economia non solo a livello nazionale, Costa e il costruttore Fincantieri lanciano nella prospettiva della ripresa: 132mila tonnellate di stazza e un a capacità di quasi 5mila ospiti, oltre 1250 membri dell'equipaggio, 1854 cabine. Come dire: la più grande nave da crociera battente bandiera italiana.
E ancora: la costruzione e l'allestimento impiegheranno circa 3500 lavoratori e 400 imprese dell'indotto, per un investimento complessivo che supera i 550 milioni di euro. A bordo, soprattutto, ci saranno parecchie novità, sia dal punto di vista dell'intrattenimento, sia da quello del comfort e della gastronomia, in grado di garantire - promettono i vertici della compagnia - di soddisfare le richieste di una clientela sempre più esigente, ma anche altrettanto propensa agli itinerari in crociera.
Certo, le difficoltà dello scenario, anche in termini di sostegno finanziario alle imprese che vogliono investire per reagire alla crisi, sono reali e non è il caso di nasconderle di fronte all'entusiasmo del momento, il momento, cioè, in cui, a fine mattinata, le due enormi gru semoventi da 400 tonnellate, alte come grattacieli, depositano con la delicatezza del caso il troncone di Costa Diadema. «Quello che abbiamo di fronte adesso - sottolinea l'amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono - rappresenta il risultato iniziale e concreto di una costruzione che è anche un orgoglio per il Made in Italy e per i dipendenti della società cantieristica. La situazione è difficile, ma noi abbiamo tutte le intenzioni di continuare a impegnarci per invertire la rotta - aggiunge Bono, amareggiato solo per alcuni servizi di stampa che preferiscono insistere sulle difficoltà piuttosto che sugli sforzi comuni per la ripresa. In questo senso si trova perfettamente all'unisono con il nuovo vertice di Costa Crociere, l'amministratore delegato Michael Thamm, e il direttore generale Gianni Onorato. I quali, ben al di là della retorica di maniera, fanno alcune affermazioni importanti. Una di queste, in particolare, riguarda il capoluogo ligure e il suo porto di approdo croceristico: «Siamo forti sostenitori di Genova» scandiscono Thamm e Onorato. Si associa, per analogia, Bono che ribadisce: «Ci siamo impegnati a tenere aperti tutti i nostri dieci cantieri italiani, e quindi anche quello di Sestri Ponente».
Ma l'amministratore delegato di Fincantieri immediatamente precisa anche, a proposito della distribuzione dei carichi, con diretto riferimento a certi sindacati: «Le commesse verranno assegnate sulla base dell'efficienza che riusciamo a raggiungere nei diversi stabilimenti». Intanto - è ancora Bono a insistere sul concetto di future commesse e, quindi, ordini di nuove navi - c'è scarsità di mezzi finanziari, le banche non erogano finanziamenti al settore, come sarebbe richiesto dalle enormi dimensioni di investimento per nuove unità». Non manca, comunque, la nota di ottimismo: «Speriamo di superare queste secche - conclude Bono - mantenendo la nostra riconosciuta leadership mondiale».
Costa Crociere, intanto, conferma di essere in via di superamento delle obiettive difficoltà del 2012. Anche in questo caso parlano i conti: oltre 3 miliardi di euro di fatturato, 2 milioni e 300mila passeggeri trasportati, e soprattutto - sottolineano ancora Thamm e Onorato - la certificazione che «il peggio è alle spalle, la clientela ha ripreso a crescere e il mercato ci dice che la crociera è sempre più richiesta». Ottimo auspicio, pertanto, per Costa Diadema, «un nome - aggiunge Onorato - che si può declinare allo stesso modo in tutte le lingue, in termini di pregio, eleganza, raffinatezza». Sfida, sì, ma molto razionale, sulla base delle caratteristiche dell'unità che ne fanno anche un «prototipo» tecnologicamente avanzatissimo.
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