IL CALCIO SPETTACOLO
In tivù meno schiamazzi
e una regia più attenta al gioco
Carissimo direttore, il calcio non è solo partite vinte o perse, ma uno «spettacolo», un grande spettacolo che attira ed affascina milioni di persone. Ai primi tempi (lontanissimi) era solo uno sport, diciamo di «campanile». Le squadre erano formate da dilettanti che difendevano una maglia che portava lo stemma della loro città. Ora la squadra di calcio è equiparata ad una compagnia teatrale che recluta i suoi attori ovunque. Il lato sportivo (molto scarso) è difeso dai «tifosi» irriducibili, morbosamente attaccati al colore della propria maglia. Tutto il resto non è che un grosso affare commerciale. Lo spettacolo, ai primordi, si godeva andando sul campo per visionare direttamente la partita. Ora, per il perfezionarsi del mezzi di comunicazione, la partita ce la possiamo sentire evadere seduti in poltrona a casa nostra. Grazie alla Rai tv.
E chi rimane a casa gode di vantaggi enormi. Non esce di casa, non rischia un malanno al campo (specialmente di sera e di inverno), non deve andare in «trasferta» quando la sua squadra gioca fuori campo. Io sono uno di quelli che me ne sto a casa. Vorrei, appunto, fare qualche rilievo per le trasmissioni. Primo: è ritenuto necessario che le grida, o boati, il frastuono che fa il pubblico in campo arrivi a domicilio coprendo quanto dice lo speacker che commenta le fasi gioco? Se proprio deve esservi qualche contorno al gioco (come i sottofondi di musica nelle scene dei film), che sia almeno attenuato. Chi trasmette sia collegato in una apposita cabina. Questo noiosissimo fastidio (peggiore di quello dei «comunicati commerciali» che troncano scene in corso) a volte mi costringe (e, credo non sono il solo) ad abbassare laudio o chiuderlo.
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