il derby dei lettori

2LA BATTUTA DI TONI
Solo nel Fantacalacio

Cassano in rossoblù
Caro Massimiliano, il difensore rossoblù Dainelli ha definito il test sul Renzo Barbera di Palermo - attraverso la partita Palermo-Genoa - «molto importante» e che «in fase offensiva il Genoa deve essere più forte». È questa motivazione che potrebbe aver indotto Luca Toni a fare quella che si è interpretata essere una battuta, di far giocare Cassano nel Genoa. Sarà stata una battuta e questa rimarrà, a detta sia di Preziosi che di Gasperini. Ma resta un fatto: il ruolo di Cassano come seconda punta o terzocampista è un ruolo inedito nella formazione del Genoa, forse potrebbe essere soltanto equiparato a quello di Palacio, ma in maniera molto distante. Non a caso Toni ha colto questo aspetto forse con la voglia di per poter rafforzare la propria posizione. Tuttavia sarebbe un'assurdità che un calciatore dello schieramento opposto al Genoa - soprattutto dopo parole rappresentanti dimostrazione di fedeltà verso la squadra in seguito al dibattito acceso sul suo scontro con il Presidente Garrone - migrasse in un momento tra l'altro piuttosto delicato per i rossoblù in cui ogni partita definita da Gasperini «l'ultima spiaggia» può diventare un serio banco di prova. La battuta di Luca Toni non fa probabilmente che alimentare il fantacalcio, ma se fossi in Gasperini mediterei su un utilizzo diverso di alcuni giocatori specie in fase di attacco in quanto evidentemente qualcosa che non va esiste alla base del calcio genoano di questo momento contingente.
2OLTRE LA PARTITA
Senza sbocco

la via del perdonismo
Capisco la posizione di Andrea Cevasco, capisco che il tifoso voglia continuare a vedere in campo con la maglia della propria squadra un giocatore di talento come Cassano ma la vita non termina dopo i 90 minuti della partita ma prosegue con delle regole anche «extra-moenia» dallo stadio. Se si comincia a seguire la strada del perdonismo (ben diverso dal Perdono) si può anche accontentare la tifoseria oggi ma quali rischi ci saranno domani visto il precedente? Poi io non sono un tifoso di squadre di calcio per cui posso non aver «interiorizzato» i messaggi dei tifosi ma credo che oltre alla passione sportiva ci voglia anche qualche verifica sul rapporto causa-effetto magari pensando che cosa avremmo fatto noi in simile circostanza.
Mario Lauro
2LEZIONE DI VITA
Chi è causa

del suo mal...
Carissimo Direttore, la vicenda Cassano sta interessando sia la stampa che la Tv sportiva. Naturalmente si sono create le due, distinte, correnti chi a suo favore, chi contro. Nella Domenica Sportiva, 5 Tv/2 - Domenica sera), due emeriti «opinionisti» hanno dichiarato che il Cassano è un ottimo giocatore, per cui certe «deviazioni» debbono venir tollerate. Non sono d’accordo. In questa vicenda, il giocatore ha mancato non solo una volta, ma diverse.
Primo: invitato ad una festa creata in suo onore, ha «glissato» in spregio a chi lo idolatra. Offendendo questi ha offeso tutta la categoria dei «tifosi» che sono tesoro della squadra in quanto apportano danaro e presenza.
Il suo «datore di lavoro», Garrone, lo ha, giustamente redarguito... Apriti cielo! Ha ricevuto gestacci e parolacce. In sostanza il Cassano è un professionista e deve rispettare le regole di buon vivere... Non è ammissibile che in un’azienda il personale crei situazioni come questa.
Poi il Cassano, con la pietosa giustificazione (dovevo stare vicino a mia moglie) si è dichiarato pentito. La giustificazione non regge: non è un lavoratore a «tempo pieno» come i suoi adoratori. Otto ore in tutti i giorni lavorativi. Il tempo non gli manca. Ma il cosiddetto «pentimento» non è sincero, ma solo il timore di ritorsioni da parte della Società. Lo conferma il fatto che rifiuta di firmare una lettera di scuse. Con smaccata, «sicumera», pretende di fare delle scuse solo come lo decide lui.
Cassano «scaricato» dal Real Madrid giunse a Genova, accettato, «coccolato» ben retribuito e, se certe sue «levate» in passato sono state perdonate, pare che ora la misura sia colma.


Povero Cassano che non «matura» mai e che, ora, si dichiara «a pezzi». Ma un proverbio sentenzia: «Chi è causa del suo mal...».
Madre Natura è stata prodiga con lui, dandogli dei «piedi favolosi» per giocare a calcio e lui non ne ha saputo approfittare. Elio Rosi

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