Cronache

il dibattito

2SOLIDARIETÀ PRO ALLUVIONATI
Se la raccolta fondi funziona

solo con le persone «normali»
Moderato si ma non imbecille. In una città dove molti parlano promettono e poi non fanno nulla, avere il coraggio di esporsi è sicuramente da denigrare e sottolineare come se fosse disdicevole. Mi rendo conto che l’iniziativa volta a trovare fondi per aiutare, chi ha subito danni seri dall’alluvione può essere parsa a taluni, di corta vista, una vetrinetta e allora forse è bene raccontare un piccolo aneddoto che spieghi la genesi dell’idea.
Genova 1970, avevo dieci anni e mio padre assieme ai suoi cugini aveva un negozio di ferramenta e casalinghi a Certosa, la dove il Torbella fece danni importanti.
Ferramenta significa viteria, bulloneria, trapani, lavatrici, mio padre assieme ai suoi cugini lavorò ininterrottamente per 5 giorni per salvare il salvabile, poi finalmente potemmo rivederlo e vedere cosa era successo. Un disastro che economicamente ha pesato per anni sulle famiglie che lavoravano in quel negozio. I gelati, o una macchinina erano il superfluo e il decoro di una maglietta ed un cappottino servivano per andare a scuola. Il resto lo lascio immaginare a chi ha subito allora o oggi questo avvenimento.
Quindi sentire quello che è avvenuto, da padre e da persona che ha di che vivere senza troppe sofferenze, mi ha imposto di prendere contatto con Massimiliano e cercare di trovare altri che potessero aiutarci a reperire denari. La raccolta funziona bene con le persone «normali» mentre i beneficiati della politica, avvezzi a dire «io li ho già dati alle suore». Io li ho dati a... senza averne mai la riprova mi indigna perché per molti è un falso.
Mi irrito ancor di più, quando penso che molti di quelli che spendono (a destra e a sinistra) decine di migliaia di euro in campagna elettorale, solo per tenersi la loro poltroncina dorata, potrebbero alleviare le pene delle persone che ne hanno necessità e non lo fanno. Vi invito poi a pensare quanti se vivessero del loro lavoro, e non di politica, godrebbero di certi stipendi e privilegi... Forse a Genova è meglio essere codardi, subire tutto, dalla politica, e dagli arroganti per poi potersi lamentare a due a due. Io purtroppo non ho la dote del silenzio, e mi sono stufato di vedere «marcire» la «Superba» perché tutti hanno paura dei ricatti, del giudizio della gente o solo di piccole critiche ed allo stesso tempo non ho la necessità di fare politica per vivere perché la sorte sino ad oggi mi ha aiutato a vivere con decoro del mio lavoro. Quindi l’impegno resta ed anche la forza con cui porto avanti le mie piccole battaglie contro i mulini a vento, sperando che gli ingranaggi si inceppino e si torni a ragionare con buon senso su quello che è giusto e quello che non lo è.
Andrea Cambiaso
2I COSTI DEI FUNERALI
Le spese del disastro le paghino

i responsabili e non le vittime
Vorrei sapere se il Comune ha provveduto a sostenere le spese funerarie e cimiteriali delle vittime dell’alluvione e se abbia ritenuto doveroso assistere i superstiti con provvidenze quali concreti aiuti economici e offerte di lavoro, atte ad alleviare almeno in parte le loro indicibili sofferenze. Ciò aldilà di vaniloqui e lacrime di circostanza che lasciano il tempo che trovano. Naturalmente le spese conseguenti dovrebbero far carico ai responsabili e non come al solito, alla comunità incolpevole.

2DOPO L’ARTICOLO SUL «GIORNALE»
Quella lacrima di felicità ricordando i caduti di Kindu
Gentile direttore de «il Giornale» di Genova, al capo redattore Lussana, signor Repetti. In queste poche righe io Stigliani Ida desidero ringraziarvi con tutto il cuore per l’articolo da voi scritto in data 12/11/11 sull’eccidio dei Caduti di Kindu l’11/11/1961. Se il giorno 11/11/11 nel mio cuore c’era un grande dolore ed un’indescrivibile tristezza che ogni anno in questa data si rinnova più dolorosa, voi il giorno dopo mi avete dato un po’ (tanta) di gioia; una lacrima di commozione e felicità ha bagnato il vostro articolo, quasi a benedirlo. Grazie, grazie e grazie ancora a tutti voi per la solidarietà e per quanto siete stati sensibili e veritieri nel ricordare la commemorazione del 50º anniversario di Stigliani Nicola e degl’altri dodici caduti di Kindu.
Un cordiale saluto
Ida Stigliani
2PARAGONI LETTERARI
I nuovi e bravi ministri di Monti

sembrano i bravi del Manzoni
Ho assistito al cosiddetto «passaggio della campanella» tra Berlusconi e Monti e leggo sui giornali che Berlusconi dice che siamo in buone mani. Vorrei sapere cosa si sono detti il Cavaliere e il Presidente della Repubblica durante l’incontro di una decina di giorni fa. Guarda caso, sui quotidiani si è appreso che Berlusconi è stato prosciolto dai reati contestatigli nel processo Mediatrade per totale mancanza di prove a suo carico... Vedendolo così soddisfatto e sorridente, ho pensato che dopo il colloquio al Quirinale ci sia stato il via libera per il non luogo a procedere: in cambio di che cosa? Delle dimissioni del governo? Tutti hanno elogiato i nuovi ministri come competenti e bravi ma a me paiono più i bravi del Manzoni...

e chi voterà la fiducia al nuovo governo sarà correo di tale squallore.
Bruno Ravera

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