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il dibattito in redazione

2 «CENTRO EST»

Il Municipio

che non fa politica
Caro Massimiliano, è da giorni per non dire mesi che seguo con viva partecipazione le vicende politiche, se così le vogliamo chiamare, che vedono al centro dell’attenzione il Municipio Centro Est di Genova «governato» dal centro destra. Nei tuoi interventi precedenti hai fatto bene a parlare di buon senso e al riguardo ottimo è stato l’intervento di Roberta Bergamaschi Cesana, persona informata sui fatti, che ha fatto dell’impegno personale sul territorio una bandiera valida per tutto il centrodestra cittadino. Il caso «Municipio Centro Est» va ad intercettare più che la politica, quella vera appartenente al quotidiano questo conosciuto, le azioni e reazioni sul campo si insinuano tra le pieghe del parapolitico finendo la loro corsa sull’aspetto individuale delle cose e delle relazioni. Il Presidente Enrico Cimaschi deve poter governare. Questo almeno secondo la ragione politica delle cose. Invece no, niente giunta niente governo. Il Sindaco interviene ed ha ragione! Bene, quella attuata dal centro destra è politica? No è una schifezza. Noi parliamo di valori, di attenzioni verso il territorio quale nostro massimo dominus e poi cosa facciamo? Ci si divide per questioni della specie «varie ed eventuali» non consentendo al presidente di portare a termine il suo mandato. Cari amici del centro destra, la politica è altro. Se fino ad oggi siamo una scatola mezza piena e mezza vuota è anche perché dalle nostre parti il singolo (in generale) ed alcuni degli eletti antepongono il lato politico individuale adducendo varie rappresentazioni teatrali. Dalle nostre parti piace da matti il dire che si rende conto solo alla propria coscienza durante il mandato politico, tanto poi ci sono i gruppi misti... (E poi diciamo facciamo le liste civiche per intercettare chi non voterebbe centro destra. Cioè a dire le facciamo per prendere i voti di chi butta già la presente nostra maggioranza per proporre agli elettori una coalizione uguale ed identica a quella precedente. Ma cosa crediamo che l’elettorato sia composto dai deficienti?). Questo modo di essere e di fare rappresenta una deformazione della politica arrecando un danno enorme al partito e all’immagine di chi si rappresenta. Se la gente in Italia si allontana dalla politica... Prima viene il prossimo come cittadino elettore e poi gli interessi del singolo. Se no non si fa politica, si va al circolo a giocare a carte o ti fai l’abbonamento a Sky e ti massacri di calcio televisivo. Per diventare adulto e a camminare con le proprie gambe il nostro centro destra dovrebbe imparare ad avere una visione globale delle cose ed uscire dall’auto ghettizzazione individualistica di cui siamo costantemente protagonisti. La linea guida deve essere data dal rispetto dell’elettore che ci vota per attuare «a qualunque costo» il programma presentato ed approvato dall’elettorato. Anche a costo di mettere in secondo piano l’ego personale. La costruzione di una città passa anche da vicende come il «caso Centro Est». È qui che si misura la qualità di una classe dirigente. Noi ce l’abbiamo?
Gian Luca Fois
2 BOLZANETO

Quel parcheggio

mai inaugurato
Caro direttore, vorrei segnalarLe la cronica mancanza di parcheggi a Bolzaneto. Da mesi la delegazione aspetta l'inaugurazione dei parcheggi nell'ex area Compiano, in via Giro del Vento, ma è da settembre che l'apertura viene rimandata. Questa fatto sta portando ampi disagi ai cittadini residenti che non riescono a trovare più posteggio e ai commercianti che lamentano giustamente parcheggi per la propria clientela. L'Amministrazione comunale deve intervenire per risolvere tale criticità, altrimenti non ci possiamo stupire se i piccoli commercianti chiudono e i clienti si spostano nei centri commerciali a scapito della vitalità del quartiere bolzanetese. Cordialmente
Simone Femia
2 NOTE STONATE

Bella ciao sì,

Radetzky no
La sindaca ha criticato la marcia di Radetzky in chiusura del concerto. La stessa sindaca che due anni orsono festeggiò l'arrivo del nuovo anno duettando bella ciao con un prete. Lo stesso prete che terminò la S. Messa intonando bella ciao. Come si evince, c'è sempre qualcuno che canta e suona a sproposito.
Piero Canepa
2 STRANE CECITÀ

La sindaco non vede

i buchi, e il resto?
Spettabile redazione genovese de «il Giornale», che la sindaca Vincenzi neghi il dissesto di marciapiedi e strade di Genova evidenzia l'incapacità di costei di valutare le cose con la dovuta competenza ed obiettività: il che è allarmante. Cordialmente.
Luigi Parodi - Courmayeur
2 CATASTROFI NATURALI

Come prevenire i danni

delle alluvioni
A Piuro il campanile è l’unico avanzo del villaggio che fu distrutto nel 1618 da un’enorme frana che causò 1200 vittime. Poi le piene catastrofiche del Po (1953), quelle del Sesia, dell’Arno e dell’Ombrone Grossetano (1966), che portarono morte e distruzione. Era tutta opera del buco d’ozono? In Val Martello (Alpi Retiche) nel 1891 ci furono frane ed alluvione in cui non restò intatta una sola abitazione del centro di Ganda di Martello (Gand).
Queste catastrofi sono sempre successe e sempre succederanno, così come i terremoti e maremoti, è l’uomo che deve prendere provvedimenti adeguati! Da molti anni si sono viste delle enorme frane provocate da piogge torrenziali, così come Sarno ed altre località della Penisola. Eppure sui monti c’erano dei boschi... Come mai? quando ci sono strati di terreno (o roccia) di cui a pochi metri di profondità la geologia insegna che se lo strato sottostante è coerente, ma il sovrastante è incoerente, ecco che lo strato superiore si inzuppa come una spugna, e le radici degli alberi non avendo avuto la possibilità di attecchire nello strato coerente, all’improvviso si staccano migliaia di tonnellate di materiale incoerente, rovinando a valle fango limaccioso così come successe a Sarno. Quali provvedimenti si possono prendere? Semplice! Non fabbricare case e villini presso torrenti dove a monte ci sono terreni incostanti. Caro Lussana circa cinque anni fa mi trovavo per funghi di pino, sovrastante Prà Palmaro, in mezzo a una folta pineta (ora distrutta da un incendio per il quale gli ambientalisti accusarono i soliti cacciatori), vidi uscire un grosso getto d’acqua di color marrone, così che il mio istinto mi consiglio di tornare a casa coi pochi funghi che avevo.

Il giorno dopo incontrai un abitante vicino alla ferrovia per Ovada e mi disse: «Lo sai Vallarino che la notte scorsa credevamo che fosse precipitato un treno dal ponte? In mezzo alle Lische si è staccata una grossa frana!». Così il mio istinto mi salvò... altrimenti avrei fatto la fine del dottor Dapelo mai più ritrovato dall’alluvione del 1993.
Celso Vallarino

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