La diga foranea del porto di Genova sarà spostata di 500-600 metri al largo a una profondità di 48 metri per accogliere le navi da 22.000 teu lunghe fino a 460 metri. È l'infrastruttura nodale del nuovo Piano regolatore portuale presentato ieri a Genova dal presidente dell'Autorità Portuale, Luigi Merlo, alla Commissione Territorio del Comune per iniziare l'iter istituzionale di approvazione del piano. Genova è la prima città italiana a dotarsi di un piano regolatore portuale proiettato al 2030 coerente con il piano urbanistico comunale. «L'ostacolo maggiore per lo sviluppo del porto è la diga foranea - ha sottolineato Merlo - che impedisce l'accesso di navi sempre più grandi».
Il presidente dell'Autorità portuale ha sottolineato anche l'importanza di Terzo Valico e Gronda di Ponente, opere fondamentali per il futuro del porto, senza le quali il porto non sarà mai in grado di esprimere 4 milioni di teu. «Terzo Valico e Gronda servono non per il futuro remoto, ma per il futuro prossimo - ha affermato Merlo -. Già con i lavori che stiamo facendo nelle calate Bettolo, Ronco Canepa i traffici aumenteranno nel 2016-2017, ma servirà un quadro infrastrutturale più capace». Ieri intanto con l'inizio del confronto a Tursi sul nuovo piano regolatore portuale, è iniziata una fase di consultazione importante. L'obiettivo è arrivare a uno sviluppo portuale il più possibile condiviso con i cittadini per «disegnare il porto del futuro». Insieme a Merlo, in visita al Vte, anche il presidente della Cei, Angelo Bagnasco.
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