Don Fabrizio, tutto parrocchia e Genoa

Trovare un parroco all'interno di una società di calcio, può sembrare strano. Non così al Genoa, dove a Villa Rostan, sede rossoblù, Don Fabrizio Ferrari, 42 anni - oggi parroco alla chiesa dei Santi Quirico e Giulitta in Valpolcevera - da oltre un lustro si può definire il cappellano del Grifone.
Buongiorno Don, come è nata questo legame?
«Devo ringraziare l'allora direttore Angelo Fabiani al quali pregai un po' di pubblicità per il mio Centro per ragazzi “difficili” che avevo creato a Sestri Ponente chiedendo se potevano mandarmi qualche calciatore. Il primo a venire fu Nicola Caccia. Il direttore mi disse che non c'era problema, ma in cambio avrebbe voluto che celebrassi la Messa di Natale. Così dopo aver detto la funzione i giocatori mi chiesero se avessi potuto seguirli»
Da quanti anni ormai si può definire la guida spirituale?
«Quasi sette. Cominciai con l'anno della Serie C».
Ma è tifoso del Genoa?
«Lo sono sempre stato, tanto che era abbonato in Gradinata sud. Poi quando sono diventato il cappellano della società, mi hanno riservato un posto in Tribuna».
Si parla sempre dei calciatori come persone frivole, dalla sua esperienza cosa può dire. E davvero cosi?
«Non si può fare di un erba tutto un fascio. Per quello che mi riguarda devo dire che ho sempre trovato ragazzi disponibilissimi. Per esempio nel campetto dell'oratorio il preparatore dei portieri Gianluca Spinelli faceva da mister e una volta alla settimana venivano a rotazione parecchi giocatori rossoblù ad insegnare, e a volte giocavano con i ragazzi. Poi abbiamo messo all'asta parecchie magliette per raccogliere fondi. Senza dimenticare che sono venuti spesso a trovare bambini malati in casa e ospedale. All'esterno però queste azioni non le vogliono pubblicizzare e così sembrano restare sulle loro, ma attorno a questo mondo gira parecchia gente solo per interesse. Il fatto che io sia un sacerdote permette loro di essere sinceri».
Con quale calciatore ha legato di più?
«Sono molti con i quali ci sentiamo spesso»
Come sono invece i rapporti col Genoa?
«Ottimo con chiunque, a partire dal patron Preziosi a finire con tutto l'entourage che ci lavora».
Come vede il Genoa quest'anno?
«Credo sia una buona squadra. Adesso forse sta trovando qualche difficoltà, ma quando tonerà a segnare Ciro (Immobile, ndr) i risultati andranno meglio»
C'è qualche aneddoto simpatico da raccontare?
«Si perché voglio sfatare un falso storico. Al mio primo anno un fotografo mi fece una foto mentre ero con Coppola e Zaniolo, ed era uscito che benedissi i giocatori per vincere la gara. Niente di più sbagliato.

Semplicemente stavo prendendo in giro Igor (Zaniolo, ndr) che era sempre infortunato. Le benedizioni chiaramente le teniamo per cose assai più importanti che una gara di calcio»
Tutti d'accordo. E non potrebbe essere altrimenti.

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