Sarà triste, forse sarà drammatico per Genova. Ma, oggi, al di là di ogni passione sportiva, e di ogni altra considerazione, l'ipotesi dello stadio della Sampdoria - pagato con soldi privati e, al massimo, meritevole di «compensazioni» urbanistiche in altre aree della città qualora questo sia previsto dalla legge - è l'unica vera opportunità di sviluppo per la città, insieme al Terzo Valico e alla Gronda, vita per il Porto. Vita per la città.
Bene o male che sia, altro non si vede. E quindi è assurdo opporsi a priori allo stadio, così come alla Gronda o al Terzo Valico, in nome di un conservatorismo e di un mantenimento dell'esistente che, certamente, è la morte di Genova e che, già in passato, ha fatto perdere immense opportunità alla città. Ricordo, ad esempio, quando sempre Duccio Garrone (chissà perchè le idee migliori sono state sempre firmate da lui), ipotizzò che sulle aree delle acciaierie di Cornigliano potesse sorgere Eurodisney. La città della conservazione insorse come un sol uomo per il mantenimento degli altiforni e si è visto com'è andata a finire.
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