Doria non porge l’altra guancia «Il mio avversario è un bluff»

Doria non porge l’altra guancia «Il mio avversario è un bluff»

Parla già da sindaco, spiega che tra qualche giorno si vedrà con il presidente della Regione Claudio Burlando «perché ci vuole un dialogo tra istituzioni per governare la città in sintonia», ma soprattutto sembra non temere per nulla il rivale del ballottaggio Enrico Musso. Marco Doria, candidato del centrosinistra alla poltrona più alta di palazzo Tursi, cambia atteggiamento rispetto alla prima parte della campagna elettorale e sfodera il suo lato spumeggiante, quasi aggressivo quando deve parlare del rivale diretto che affronterà alla urne il 20 e 21 maggio prossimi e ostenta una sicurezza invidiabile rispetto al risultato finale, forte di una percentuale già prossima al 50 per cento dei suffragi: «Si è presentato come il “nuovo” ma non è credibile - ha detto Doria -. È stato infatti candidato sindaco da Berlusconi cinque anni fa, poi eletto con il Porcellum in Senato e poi è passato candidato sindaco con il Terzo Polo, con una lista che ha ai primi posti consiglieri comunali uscenti di Udc, ex An ed ex Pdl. Insomma, una lista civica di politici. Poi, diciamolo, Musso arretra di brutto: ha preso il 15% dei voti contro il 46% di cinque anni fa, nemmeno sommando i voti del Pdl e della Lega si avvicina alla mia quota». Ecco come cambia l’atteggiamento del figlio del marchese rosso che, dopo settimane di quasi silenzio sugli avversari, passa al contrattacco facendo anche le pulci sulle spese del senatore ex Popolo della Libertà: «Io ho fatto una campagna elettorale sobria all’insegna del taglio dei costi superflui. Mi sono affidato solo al volontariato - ha proseguito -. Non avevo neppure addetti stampa o spin doctor che venivano da altre città come Musso, che li ha fatti arrivare da Parma, dove il loro candidato è stato cacciato a furor di popolo, tantomeno giovani pagati per andare a volantinare per le strade. L’unico mio spin doctor è Silvio Ferrari a cui ogni tanto do qualche passaggio in macchina».
Poi passa all’analisi del voto non nascondendo un pizzico di delusione per non essere riuscito a centrare il risultato al primo turno «ma solo perché avrei potuto mettermi subito al lavoro per la città». Analizzando il risultato Doria evidenzia due elementi che hanno contraddistinto il voto: «Il drastico calo degli elettori e il fenomeno del Movimento Cinque Stelle che sfiora il 14 per cento - racconta -. Sono felice che il centrosinistra sia prevalso in nove municipi su nove e che la lista Marco Doria abbia superato l’11 per cento. Cercherò i voti di Grillo? Non chiedetemi logiche di apparentamento che è da bassa politica, io invito solo gli elettori di Cinque Stelle a mettere a confronto il mio programma con il loro».


Guardando nuovamente al futuro non si scioglie nemmeno un minimo sulla giunta che potrebbe accompagnarlo nella sua esperienza a Tursi: «Ho in mente persone fortemente radicate in città ma non faccio nomi. Dico solo che ci sarà un forte cambiamento rispetto alla giunta Vincenzi».

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