«Ecco perché sulle infrastrutture Doria è fuori strada»

Nel merito delle osservazioni fatte, di recente, dal sindaco Doria sul tema sul tema delle infrastrutture e della emergenza occupazionale vorrei fornire il mio contributo osservando che:
1) - Terzo Valico: i ritardi nella realizzazione sono imputabili, per la parte riguardante gli anni 1996-2001, alla decisione del governo Prodi (ministri Veltroni e Ronchi) di revocare la concessione al Cociv, stessa cosa dicasi per i ritardi registrati nel periodo 2006-2008 (ministro Bersani del governo Prodi). I ritardi di oggi sono riconducibili alla macchinosità delle procedure non previste dalle leggi esistenti, ma fatte valere con indubbia efficacia, da settori della burocrazia, bene organizzati negli uffici del Ministero dell'Economia Finanze. Infatti, non esistono problemi ad utilizzare i fondi già stanziati ancorché in parte (modesta) mutilati dalla recente delibera del Cipe. L'accordo sottoscritto la scorsa settimana tra Cociv e Rfi Spa ha creato le condizioni per avviare le opere più significative, quelle interessanti la Galleria di Valico e la rete ferroviaria. Abbiamo a disposizione 1 miliardo e 350 milioni e non vedo perché si debba continuare a discutere anziché muoversi per mettere in circuito queste risorse.
2) - Scolmatore del Fereggiano: il Sindaco rivendica il merito di aver ottenuto un finanziamento statale per far partire l'opera. A parte il fatto che in più di un'occasione è stato sostenuto che l'emergenza vera riguarda il Bisagno e quindi, forse, sarebbe stato meglio affrontare il problema in radice reperendo risorse per realizzare lo scolmatore, è l'impostazione della pratica che non trovo convincente. Il Sindaco si lamenta delle manovre finanziarie dei governi Berlusconi e Monti che avrebbero penalizzato i Comuni. Il Sindaco dovrebbe conoscere anche le norme che, proprio in questi anni, il Parlamento ha approvato per favorire, con tecniche finanziarie innovative, il rilancio degli investimenti al livello territoriale comunale. La legge che ha introdotto, sette mesi fa, le obbligazioni di scopo, sembra fatta apposta per favorire proprio i Comuni che versano nelle condizioni del Comune di Genova. Comuni, cioè, fortemente indebitati (Genova ha un indebitamento pregresso di oltre 1.300 milioni di euro di cui non ha la responsabilità il sindaco Doria) che hanno poche possibilità di contrarre nuovi mutui o Comuni che in forza del patto di stabilità sono impediti a fare nuovi investimenti. Questi Comuni, se hanno un patrimonio immobiliare disponibile, come Genova, che a bilancio figura proprietaria di immobili per circa 4 miliardi di euro, possono costituire una società di scopo interamente controllata dal comune, trasferire a questa società una parte del patrimonio immobiliare, che diventa così un patrimonio segregato, ed emettere obbligazioni che vengono sottoscritte dai risparmiatori genovesi. Il Sindaco non ritiene che sarebbe un'operazione più trasparente, più economica, un'operazione che rinsalderebbe i legami tra l'amministrazione comunale e i cittadini genovesi chiamati a concorrere al finanziamento di un'opera davvero strategica investendo in obbligazioni garantite, il cui rendimento è quello di mercato? È vero, il Comune di Genova è stato bravo nell'ottenere i 25 milioni di euro dal Governo nel riparto delle risorse stanziate sul piano-città… Peccato che, con questa decisione, il governo abbia deluso e umiliato le tante amministrazioni comunali che dalla Liguria avevano avanzato domanda per ottenere un contributo.
3) - Gronda autostradale di Ponente: Il Sindaco non ne parla nel suo puntuale intervento, eppure dovrebbe aver presente che quest'opera è fondamentale per la viabilità cittadina, per lo sviluppo del porto e per la crescita dell''intera area metropolitana genovese. Un'opera strategica decisa dal Cipe il 21 dicembre 2001, autofinanziata con il rincaro già avvenuto delle tariffe autostradali su base nazionale, che, solo per la incapacità dei sindaci che si sono avvicendati dal 2001 ad oggi, è ancora al palo senza che sia stato speso un euro.
4) - Gronda autostradale di Levante: con l'inserimento in Legge dello strumento dei Project Bond e la norma sulla defiscalizzazione è tornata di estrema attualità la realizzazione della Gronda di Levante. Perché in questa condizione tutta nuova il Sindaco non si impegna su questa linea di lavoro contribuendo a realizzare in maniera completa e organica il nodo autostradale di Genova rendendo così possibile un diverso sviluppo viabilistico, economico, urbanistico e sociale dell'area metropolitana genovese?
5) - Tunnel sottomarino: è un'opera la cui realizzabilità va verificata a livello finanziario. È singolare, però, che quando le condizioni del mercato finanziario erano buone, il Comune ha concretamente boicottato quest'opera e oggi che le condizioni del mercato finanziario sono assai problematiche, per non dire difficili, l'amministrazione comunale tenti di rilanciare la stessa opera. La questione delle opere pubbliche intreccia la drammatica crisi occupazionale? È vero. Bisognerebbe però che ciascuno facesse con coerenza la propria parte. In una fase della storia del nostro Paese in cui l'emergenza finanziaria è sotto gli occhi di tutti non è sufficiente fare l'elenco delle cose da fare per apparire innovativi e guadagnare consenso.

Bisogna avere la capacità di indicare delle priorità e sulle priorità utilizzare le competenze (se ci sono) per reperire le risorse private o pubbliche, non fa differenza, per raggiungere l'obiettivo.
*Responsabile Nazionale Infrastrutture Pdl

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