Questa imponente massa di denaro che, abbiamo visto negli articoli a fianco, viene pompata dalle banche centrali e dai governi può provocare una diminuzione del valore della moneta cioè una sua svalutazione; infatti il dollaro, ma soprattutto lo yen, si sono svalutati nei confronti dell'euro che, nonostante poco più di un anno fa sembrava vicino alla disgregazione, oggi appare, sui mercati, una moneta forte. Purtroppo questo non aiuta l'economia dell'eurozona perché rallenta le esportazioni che, abbiamo visto prima, sono uno dei pilastri del Pil.
Anzi, c'è chi insinuava il dubbio che sia in atto da parte delle banche centrali di Usa e Giappone ma anche della Banca d'Inghilterra, una vera e propria svalutazione competitiva (qualcuno l'ha chiamata «guerra valutaria») per favorire le esportazioni e sostenere così l'economia.
Al G20 si è parlato anche di questo ma la conclusione è stata che non c'è in atto nessuna guerra delle valute ma solo un riaggiustamento dei valori di cambio a nuove evoluzioni macro economiche nazionali. Nessuna misura concreta per lo sviluppo è stata decisa ma si è semplicemente condivisa la constatazione che l'uscita dalla crisi è difficile. Si fa un generico appello a «riforme ambiziose e politiche coordinate» per far fronte alla situazione e ristabilire la fiducia.
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