Trentamila euro di ammenda per il Genoa, un mese di squalifica per Giuseppe Sculli. Lo ha deciso Commissione disciplinare in merito ai fatti di Genoa-Siena, del 22 aprile scorso, quando i giocatori rossoblù si tolsero le maglie dandole a un gruppo di tifosi. La Disciplinare ha deciso di non procedere nei confronti degli altri deferiti: 15 calciatori, il presidente Enrico Preziosi e il dirigente Francesco Salucci. L'improcedibilità del deferimento, spiega il dispositivo, è stata decisa in applicazione del principio del «ne bis in idem» - che non consente di giudicare due volte un soggetto per la stessa vicenda-, dato che sugli eventi si era già pronunciato il Giudice sportivo.
«Dall'esame della documentazione richiamata emerge la totale sovrapponibilità tra i fatti di cui al presente deferimento e quelli portati a conoscenza del Giudice Sportivo». Quanto a Sculli il deferimento è stato ritenuto «parzialmente fondato», in quanto «dalle intercettazioni emerge la prova delle costanti e prolungate frequentazioni tra l'incolpato ed elementi di spicco della frangia di contestatori». Inoltre, secondo la Commissione, risulta che Sculli «assunse il ruolo di portavoce del malcontento della frangia violenta all'interno dello spogliatoio facendosi portatore, con i compagni di squadra, dei messaggi a contenuto intimidatorio da questa provenienti».
Lapidario il commento del presidente della società rossoblù Enrico Preziosi che non ha voluto aggiungere commenti alla sentenza limitandosi a dire: «Va bene così».
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