Il centrodestra si riaggrega in un frammento di pomeriggio. Due ore al Galata Museo del Mare per cercare di capire i tanti motivi che possono unire e i pochi per cui in Italia i moderati marciano divisi per poi essere un'unica famiglia in Europa. L'associazione «Verso il Ppe» viene battezzata a Genova alla presenza di Mario Mauro, capodelegazione degli eurodeputati italiani, che tenta di riaccendere il fuoco ai militanti di un centrodestra smarrito, soprattutto in Liguria. Ma i grandi applausi gli strappa soprattutto chi, intervenendo dal palco, chiede «che nessuno degli attuali parlamentari venga ricandidato, perché hanno fallito. Tutti». E a farlo sono sia quelli che dalla politica attiva sono sempre stati distanti sia chi, come Aldo Siri (capogruppo gionale Lista Biasotti) e Pierluigi Vinai (candidato sindaco a Genova del Pdl) sono navigati.
Il vero filo conduttore del convegno, moderato dal nostro Massimiliano Lussana, però, è quello di coinvolgere persone che possano dare nuovo entusiasmo al disegno. Il progetto di un movimento che abbia il compito di unire i popolari italiani lo illustra Enrico Cimaschi: «Non siamo qui per far nascere un nuovo partito, ma per chiedere un confronto a tutti quelli che si riconoscono nell'area popolare: prima sulle tante cose che ci uniscono, quindi sui temi che ci distanziano». A presentarlo sono chiamati rappresentanti delle varie province liguri che hanno già aderito a «Verso il Ppe»: Emanuele Fresco, Riccardo Grimaldi, Andrea Bosio e il vicesindaco di Loano Remo Zaccaria che riassume tutto in poche convincenti parole: «Noi ci siamo, se c'è da lottare per i nostri valori, eccoci». Quindi Mario Mauro che in un periodo dove il pensiero degli euroscettici fa enormi proseliti ricorda come «l'Unione sia un progetto politico vincente perché ha saputo dare pace e prosperità per settant'anni». «Abbiamo messo insieme l'otto per cento della popolazione mondiale che è anche l'area geografica che produce di più al mondo - ricorda l'eurodeputato -. Dobbiamo conservare questo bene, abbiamo ragioni comuni per continuare il percorso». Il cammino dell'Ue si intreccia con quello della politica italiana. Mauro ricorda i tanti incontri fatti sul territorio italiano con i gruppi che aderiscono al Ppe: «Dall'Alto Adige con la Svp; al Pdl, dall'Udc a Fli. Posizioni separate in Italia da semplici personalismi: mettersi insieme è il dovere morale di ognuno, chi antepone il proprio capriccio sacrifica l'interesse della nazione». Un ragionamento che ha due prospettive, una guarda al lungo periodo e ha come fine ultimo la costruzione di un unico contenitore, l'altro traguarda alle prossime elezioni politiche: «Dobbiamo smetterla di remare su tante scialuppe, senza che nessuno realizza un cantiere nel quale costruire una grande nave - ricorda Mauro -. Lo dobbiamo al Paese perché la storia degli ultimi venti anni è chiara: negli anni '90 stavamo meglio di Germania e Francia, ma il centrosinistra ha fallito la sua missione e il centrodestra è stato segnato da troppi personalismi. Ogni schieramento non ha avuto la forza di realizzare grandi riforme eppure l'Italia era chiamata a riformare se stessa per essere credibile agli occhi del mondo: far dimagrire lo stato per non far dimagrire i cittadini, un obiettivo non mantenuto ed è il principale fattore che ci fa perdere credibilità agli occhi del mondo».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.