di Ferruccio Repetti
Magistrati meno ostili al Cav? È un po' presto per dirlo con assoluta certezza, ma insomma, ieri si è registrato - ed è doveroso registrarlo - un fatto «anomalo», dal punto di vista dell'azione penale (o meglio: dell'accanimento giudiziario) nei confronti di Silvio Berlusconi, se confrontato con le più o meno recenti (ventennali) iniziative a senso unico di alcune Procure che hanno indagato e indagano e accusano e condannano, non trascurando neanche il buco della serratura.
Ebbene, ieri appunto, la Procura della Repubblica di Genova ha chiesto l'archiviazione per un fascicolo di reato che vede indagato l'ex presidente del Consiglio. Sì, proprio Berlusconi Silvio. Non è un omonimo, è proprio lui. I fatti risalgono al giugno del 2009 quando, durante il tradizionale convegno dei giovani di Confindustria (nessuno minorenne, in ogni caso, o imparentato con capi di Stato esteri) a Santa Margherita Ligure, l'allora primo ministro nel suo intervento «osò» criticare alcuni quotidiani nazionali che lo avevano attaccato per le sue vicende giudiziarie.
Subito dopo, Berlusconi invitò la platea, formata in gran parte da imprenditori, «a non fare pubblicità su quelle testate». Apriti cielo! Ma non finì lì: durante un'intervista seguita all'intervento pubblico - e puntualmente registrata dai mezzi di comunicazione di massa - Silvio Berlusconi chiarì anche l'ambito dell'accusa spiegando di essersi riferito al quotidiano «la Repubblica».
Le conseguenze furono immediate: il gruppo editoriale Repubblica-Espresso presentò querela in Procura a Milano nei confronti dell'allora premier il quale venne iscritto nel registro degli indagati per - mica bruscolini! - «manipolazione di mercato, turbata libertà dell'industria, diffamazione e abuso d'ufficio». Per il primo capo d'imputazione i pubblici ministeri milanesi avevano chiesto l'archiviazione; in seguito avevano trasmesso il fascicolo, per gli altri tre reati, a Chiavari per competenza territoriale. I giudici chiavaresi avevano a loro volta inviato gli atti a Genova competente per i reati ministeriali.
Siamo ormai ai giorni nostri. I magistrati genovesi, giudicando le affermazioni di Berlusconi «inopportune, ma inserite in una normale dialettica politica», hanno chiesto l'archiviazione. Non è ancora l'assoluzione piena, ma forse poco ci manca.
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