I RITARDI DELL'INPS NELLO SPEZZINOIl racconto di un operaio cassintegrato: «Da novembre aspetto la busta paga»

«Fanno quello che vogliono, ci chiedono di portare i documenti. Poi passa una settimana e ce ne chiedono altri. Ogni volta che andiamo negli uffici, ci fanno sempre storie. Dicono che il direttore è in ferie...». Roberto Brentani ha 46 anni, e per 15 anni ha lavorato come operaio in una ditta nel settore dell'edilizia a Santo Stefano Magra, in provincia della Spezia. Poi è arrivata la crisi che non ha risparmiato nessuno, nemmeno la loro azienda che esiste da ottant'anni. Eppure. Eppure ora sono stati costretti a mettere i propri dipendenti in cassa integrazione. E qui sono iniziati i guai. Perché Roberto, così come tanti altri colleghi nelle sue stesse condizioni, per ottenere quell'assegno mensile, deve penare parecchio. «Dobbiamo ancora prendere la busta paga di novembre, ci hanno saldato solo fino a metà mese - racconta Roberto -. Ma ogni volta che andiamo all'Inps ci fanno sempre storie e non sappiamo mai quando arriveranno i soldi». Prima quando gli stipendi li pagava direttamente l'azienda non c'era stato alcun problema. Era sempre filato tutto liscio. Poi sono subentrate difficoltà con la liquidità e da metà maggio sono passati sotto l'Inps che deve versare direttamente la cassa integrazione ai dieci operai dell'azienda.

Va bene, ma quanto durerà ancora? «Quando ancora andrà avanti questa situazione con la cassa integrazione? Non lo sappiamo. Però dicono che non siamo i soli qui in provincia di La Spezia, questi problemi li hanno anche altre ditte». Magra consolazione. GG

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