Ilva, la prova di forza dei giudici può conciare Genova per le feste

Uno scontro tra governo Monti e magistratura pugliese. Una corsa contro il tempo. Una speranza sempre riaccesa e un rischio di scontro aperto in piazza che una parte dei sindacati prova ancora a tenere sopito anche con qualche mezza verità. Come quella che l'azienda non avrebbe ancora fatto sapere nulla a proposito dei tempi di chiusura degli stabilimenti. Francesco Grondona, della Fiom di Genova, ha insistito ancora ieri pomeriggio che non c'è stata «alcuna comunicazione al riguardo. Da una ricognizione con l'azienda è stato calcolato invece che ci sono scorte di materiale da lavorare fino al 20 dicembre. Ma il piano di Genova fa leva sulle festività, sui contratti di solidarietà e sulla manutenzione ordinaria degli impianti. Quindi, se si sbloccano i laminati sulle banchine di Taranto, si arriva fino al 7 gennaio». Da Taranto però arriva la smentita da parte del segretario provinciale della Uilm, Antonio Talò: «L'azienda ha confermato che, a seguito del sequestro dei prodotti finiti, ci saranno presto ripercussioni anche sugli altri impianti italiani ed esteri. Genova e Novi Ligure si fermeranno entro tre-quattro giorni». Cioè metà della prossima settimana.
Il problema non cambia. Due settimane in più o in meno non spostano il problema. Che resta quello di un superamento del sequestro della magistratura. Genova guarda con preoccupazione a quella che potrebbe essere la decisione in seno alla fabbrica di Cornigliano. Se non prevarrà la linea di attendere con fiducia il nuovo decreto di martedì, già in questi giorni le strade della città potrebbero essere nuovamente invase dai cortei degli operai e dalle ruspe pronte a bloccare il traffico.
Al momento i sindacati, a livello ligure, non sembrano decisi a buttare benzina sul fuoco. Così come d'altra parte un silenzio generalizzato del mondo politico locale lascia pensare a uno stato di tregua armata. L'evolversi della situazione e ogni novità in arrivo verranno valutate ora per ora.

L'impressione è che in questi giorni si cercherà di proseguire la produzione utilizzando le scorte ancora disponibili, ma lo stato di agitazione continuo all'interno dello stabilimento di Cornigliano potrebbe portare a interruzioni improvvise dei turni di lavoro e alla formazione di cortei e blocchi improvvisi in città nel caso le notizie non siano positive. L'incubo della chiusura dell'Ilva peserà sulle feste di tutti i genovesi.

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