Caro dottor Lussana, non ho potuto partecipare alla manifestazione da Lei promossa ieri per motivi di lavoro e me ne rammarico. Infatti tutte le iniziative da Lei portate avanti sono sempre nel segno dell'assoluta indipendenza e libertà, ed a me, che sono un vecchio liberale, questo fa molto piacere. La nostra Italia sta vivendo momenti veramente drammatici, attaccati come siamo dalla grande speculazione finanziaria internazionale che fa cadere governi democraticamente eletti e impone governi di persone da cui non mi sento francamente rappresentato.
per Italia Libera
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Caro Direttore, ho accettato volentieri il tuo invito all'incontro tenutosi al Teatro della Gioventù, cui ho partecipato come «uditore interessato». Questa volta non sono pienamente d'accordo con te, ma ho voluto esserci perché, come ben sai, amo ascoltare e confrontarmi con chi la pensa diversamente da me! Non sono contrario al Governo Monti e non credo che si tratti di uno scippo alla democrazia. Non lo è certo dal punto di vista del diritto, visto che si tratta di una procedura di nomina prevista dalla Costituzione: la sovranità popolare non è lesa, poiché, ricordo, il Governo deve essere votato dal Parlamento, oggi come nei mesi scorsi.
Giovanni Battista Raggi
Tesoriere regionale del Pd
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La grande partecipazione dei lettori del Giornale alla serata del Teatro della Gioventù indica capacità di coinvolgersi nella politica, incardinata nel principio chiave della democrazia, cioè l'esercizio della sovranità popolare attraverso il voto. Ritengo però che se Napolitano avesse sciolto subito le camere avremmo avuto di fronte due prospettive inquietanti: vittoria risicata del centrodestra alle elezioni, con il rischio di crescenti sabotaggi e guerre intestine, ingigantite dai media italiani e internazionali, che avrebbero scaricato tutta la loro artiglieria pesante su Berlusconi, usando ovviamente come alibi le fibrillazioni dei mercati. Il secondo scenario sarebbe stato ancora più catastrofico: la vittoria della coalizione di sinistra più scombiccherata della storia, seguita dall'ingovernabilità e dal caos, con Francia e Germania pronte a mangiarci in un boccone. Ora la situazione sta cambiando e montano sempre più le critiche di chi, con grande faccia tosta, punta il dito contro la debolezza dell'euro che fa ballare i mercati, invoca nuovi poteri per la Bce e accusa l'intransigenza tedesca di causare disastri. Ma non era tutta colpa di Berlusconi? La fase di decantazione, quindi, era probabilmente l'unica via d'uscita percorribile. Il governo Monti è stato incensato dai turiboli della stampa «progressista» ma se farà meraviglie o pasticci è ancora tutto da vedere. Sembra però che la cifra stilistica iniziale di Monti sia più il freno a mano tirato che l'acceleratore a tavoletta. E per un «governo d'emergenza», tutto rigore e crescita, non è il massimo. Berlusconi, per fortuna, mostra sempre la sua tempra di combattente e ha il boccino in mano, soprattutto al Senato, per tenere d'occhio la situazione. Nel frattempo, il Pdl può riorganizzarsi e puntare al rilancio. Il premier eletto da milioni di italiani è stato ostacolato e tradito, fino a farlo dimettere, manipolando a piene mani la realtà e approfittando anche degli errori commessi. Ma, come diceva Lincoln, si può ingannare tutti qualche volta, è possibile ingannare qualcuno per sempre; ma non si può ingannare tutti per sempre.
Edoardo Musicò
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Per prima cosa vorrei confermare la stima e simpatia che provo per lei. Ieri al Teatro Della Gioventù e stato molto bello perché essendosi scremati da soli i non piu veri appartenenti al nostro Popolo della liberta - sentivo di essere nuovamente nel partito che avevo votato. Mi sentivo in famiglia e non tra subdoli personaggi dai quali non ci sentiamo piu rappresentati.
Spero tanto in elezioni democratiche al più prestissimo! Personalmente nel mio piccolo collaboro ed aiuto facendo la fattorina come amo definirmi.
Non sono di nascita genovese ma ormai so che città particolare e difficile e lavorate tanto e bene e toglieteci la Vincenzi-Burlando ha gia fatto autogol come prevedevo.
Grazie a tutti ed ancora complimenti a lei unica voce sincera di genova. Non riuscirei certo a comprare il Secolo XIX che negli anni e divenuto più a sinistra dell'Unita !
Mercedes Galeotti Calissano
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Caro Massimiliano, ti scrivo col cuore e con passione dopo aver assistito al convegno del Pdl al Teatro della Gioventù, anzi, di un nuovo Pdl. Parliamoci chiaro. Il Pdl esiste, è sempre quello fondato da Berlusconi a cui tutti sono legati e fedeli tranne i cosiddetti traditori, una vergogna della politica. Esiste una linea guida da sempre che vede nell'essenza liberale e moderata, nel rispetto delle idee altrui, nella serietà e nel perbenismo le sue caratteristiche principali. Improvvisamente è accaduto che con la nascita a tavolino, quasi costretta e studiata (tu stesso hai parlato di «complotto» su vari fronti) di un governo tecnico basato sull'aridità e concretezza del mondo delle banche e basato altresì su obbiettivi posti da parte dell'Unione Europea per ottenere dei risultati comuni che possano migliorare l'esistente situazione finanziaria in crisi - neppure se tale governo peraltro mai messo alla prova prima d'ora fosse il salvatore della patria, il paradiso - il Pdl, appoggiandolo, si è trovato amalgamato con forze, idee politiche divergenti e contrastanti con la propria natura.Il Pdl che di problemi interni già ne aveva ora si trova depauperato della sua forza trascinante. Questo aspetto per fortuna è stato individuato (forse anche dalla scontentezza evidente della gente) e sottolineato da una parte del Pdl che ha deciso di non starci più pur rimanendo fedele al credo di Berlusconi. Ebbene, tale parte del Pdl che parrebbe fare una sorta di opposizione (come la fa la Lega realmente) all'interno della maggioranza si è vista nascere ed essere accolta con entusiasmo e passione proprio nella serata del 24 novembre al Teatro della Gioventù di Genova che ha visto come protagonisti due schieramenti: innanzitutto il «popolo sovrano» che ha risposto con calore umano e senso di responsabilità di fronte ad un silenzio di omertà di massa che l'Italia in questo momento sta respirando a sue spese. Il silenzio, l'inerzia, le scelte a tavolino, il mancato dialogo interlocutore con il cittadino comune ed elettore segna inevitabilmente la fine della democrazia e di ogni speranza di miglioramento futuro. Dopo il popolo, un team di politici che ci stanno mettendo la faccia finalmente, che hanno avuto il coraggio di diventare delle voci fuori dal coro, un coro oramai troppo monocorde e monotono per essere ascoltato con gioia e veemenza. Facciamo dei nomi? Ora non sono più un segreto in quanto si sono aperti al popolo del Teatro della Gioventù di Genova, un popolo genovese che può rappresentare quello italiano con le stesse esigenze, le stesse lamentele, gli stessi problemi quotidiani, le stesse insicurezze, lo stesso desiderio di conquistare la stima per i politici che ci governano.
Roberta Bartolini
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