La lobby degli imprenditori contro il «terrorismo fiscale»

La lobby degli imprenditori contro il «terrorismo fiscale»

(...) senza tutele e senza regole di sostegno e sempre più spesso completamente isolati e abbandonati». Non a caso il loro capofila è Walter Pilloni, che rappresenta proprio quella parte dell’economia capace di invertire la rotta della globalizzazione e di ribellarsi alla morte delle aziende italiane strangolate dall’economia cinese, visto che lui stesso fa fare alle merci il percorso inverso, importando da Pechino innovative auto e moto elettriche.
«Rimanere isolati o non fare sentire la propria voce è proprio il contrario di quello che è necessario fare per uscire da questa situazione. Il nostro invito parte dal fermo desiderio di mettere «noi» e le nostre «botteghe» al centro dell'attenzione di chi ci amministra, in maniera determinata e autorevole», si legge nella lettera con la quale si gettano le basi di una sorta di «cartello» degli imprenditori. Nel mirino finisce proprio il governo Monti e quelli che sono i piccoli e medi imprenditori leggono come i suoi effetti evidenti, nonostante il buonismo imposto intorno all’esecutivo. «Dopo l'ennesimo caso di tentato suicidio da parte di un imprenditore perseguitato dai debiti, appare chiaro anche ai più distratti che la fase dell'emergenza ha oramai lasciato posto al dramma - sottolinea Pilloni che ricorre a paragoni pesanti -. C’è un triumvirato composto da banche, Agenzia delle Entrate ed Equitalia. Attilio Befera, direttore dell’Agenzia delle Entrate, sta vivendo un momento di grande esaltazione grazie alla compiacenza del governo Monti, egli utilizza la polizia tributaria come Mussolini utilizzava le ronde: “manganellate a tutti”, senza fermarsi ad esaminare con la dovuta attenzione i singoli casi».
Formule eccessive? Accuse pesanti fatte in un momento di scoramento? L’imprenditore non esita a definire questa situzione come «sano terrorismo fiscale che sta paralizzando il paese, quelle poche persone che ancora pensavano di fare qualcosa stanno esaminando l’ipotesi di farlo altrove o di rinunciarci». Pilloni ha in mente un’idea precisa: quella di fare lobby all’americana. Cioè iniziare a muoversi più compatti possibile, come gruppo di piccoli e medi imprenditori, per farsi sentire contro quell’«attività di guerriglia fiscale unita all'azione coercitiva e (quasi) insindacabile di Equitalia sta gettando nella disperazione cittadini, famiglie e imprenditori - conclude Pilloni -. Il punto di non ritorno sta per essere raggiunto. Questo governo, se non pone la barra verso crescita e sviluppo, non riuscirà a salvare il paese dalla bancarotta, impossibile immaginare un futuro in queste condizioni dove il debito pubblico continua a salire, le aziende chiudono o delocalizzano e le piazze si riempiono di disoccupati e cassa integrati. La tensione sociale è molto alta, la miccia è accesa, troppe le ingiustizie a cui tutti i cittadini sono sottoposti.

I nostri politici, come la foca monaca, sono una razza in via di estinzione, lo hanno capito, e tirano a campare il più a lungo possibile all'ombra di un governo tecnico che cura con la stricnina una polmonite». Dopo i terribili gesti di chi si è tolto la vita, arriva un’altra reazione ad un governo che, nonostante quanto asserisce il premier, ha sempre meno il consenso del Paese.

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