Il marchese e il Pd: «È immorale chi non vuol tassare i genovesi»

Il marchese e il Pd: «È immorale chi non vuol tassare i genovesi»

(...) Anche perché non è solo Doria che si vanta di essere «l’unico candidato che in modo esplicito non esclude di agire sulle aliquote Imu per reperire risorse da destinare ai servizi pubblici». Anche il Pd, che finora sta facendo di tutto per evitare di far sapere di appoggiarlo, se ne esce con un comunicato contro Vinai: «Le parole del candidato Vinai sull’Imu sono l’esempio della solita campagna demagogica del centrodestra con la quale Berlusconi e il suo governo hanno portato il Paese sull’orlo del fallimento. Vinai dimostra con questa sua dichiarazione di non conoscere quali effetti avrebbe la sua proposta se realizzata». Il gettito previsto per le casse del Comune di Genova sarebbero 84 milioni di euro in meno. Vinai un folle? Strano crederlo, visto che anche l’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni d’Italia, ha recentemente preso una dura posizione contro l’Imu. Il 18 aprile il comitato direttivo ha chiaramente detto che questa tassa è pasticciata e dannosa persino per i Comuni. «Anci ritiene che nel quadro normativo in materia di Imu non sono stati sufficientemente risolti i problemi che la nuova disciplina pone ai Comuni in termini di congruità dei flussi finanziari - attaccano i sindaci italiani -. Questo quadro normativo costituisce un problema che determinerà una contrazione dei servizi ai cittadini e un’ulteriore depressione degli investimenti locali, fino a mettere seriamente a rischio anche il pagamento delle retribuzioni del personale». O sono «indecenti» tutti, o Doria e il Pd sono rimasti davvero gli unici a sognare tasse a caso per i genovesi.
Tanto più che resta sempre aperto il quesito più delicato sulla vicenda delle proprietà immobiliari del marchese rosso. Il problema non sta tanto nel numero degli immobili che possiede, quanto sul dubbio che gli stessi, essendo magari in larga parte vincolati dalla Sovrintendenza in quanto palazzi storici, siano quasi completamente sgravati dal pagamento dell’Imu. Tradotto più semplicemente, la domanda cui dovrebbe rispondere il candidato sindaco che vuole aumentare le tasse sulle case dei genovesi è: lui la paga? O, legittimamente, ha il supersconto?
Il grillino Paolo Putti invece si becca una botta di demagogo perché tra i temi della sua campagna elettorale inserisce quello dell’acqua pubblica. Che dovrebbe essere un cavallo di battaglia anche per un compagno vero come Doria. E che invece dà fastidio al marchese rosso, che accusa: «Il candidato del Movimento 5 Stelle ha sottoscritto un documento dei comitati per l’acqua pubblica in cui si impegna a ricomprare le dighe dei bacini artificiali vendute dal Comune anni fa. Come posso impegnarmi a ricomprare delle dighe spendendo milioni di euro quando farò fatica a trovare i milioni di euro indispensabili a tenere in piedi l’Amt?».

La domanda il candidato sindaco può anche porsela, senza però dimenticare che l’acqua pubblica è volontà popolare sancita dall’articolo 1 della Costituzione. Il deficit dell’Amt no, ed è stato sancito da errori di tante amministrazioni precedenti appoggiate da chi oggi fa il tifo per spremere i genovesi.

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