La marcia sbagliata degli operai contro il Nautico

Ovviamente, innanzitutto, massima solidarietà ai lavoratori dell'Ilva che rischiano il posto di lavoro dopo le decisioni della magistratura di Taranto che ordinano lo spegnimento dell'impianto siderurgico. E, senza Taranto, non c'è Cornigliano e non c'è Novi Ligure.
Questi operai hanno già pagato duramente negli ultimi decenni prima le scelte sbagliate di Romano Prodi all'Iri e poi la decisione di regalare mezza città al gruppo Riva (per carità con tutti i bollini legali al posto giusto e con una decisione formalmente più che corretta, ma a mio parere industrialmente sbagliata) e oggi rischiano di essere nuovamente colpiti dalla scelta dei magistrati di spegnere l'altoforno tarantino. Peraltro con la curiosa scelta della Fiom - solitamente in prima linea nelle posizioni più oltranziste su qualsiasi vertenza dello scibile umano - di non allinearsi a Fim e Uilm nello sciopero immediato, perchè il sindacato metalmeccanici della Cgil sembra più refrattario a schierarsi contro una decisione della magistratura.
Detto questo, i metalmeccanici Cisl e Uil hanno fissato uno sciopero di ventiquattro ore per domani. E fin qui, ribadisco, massima solidarietà. Poi, insieme allo sciopero, hanno indetto un corteo, che fa sempre male a chi viene bloccato nel traffico, ma di fronte al rischio di perdita del posto di lavoro si può comprendere. Ma, a questo punto, arrivano i problemi. Perchè, secondo i tam tam, c'è la possibilità di una marcia sul Salone Nautico.

La testimonianza di Armando Cipolla della Uilm raccolta sul Secolo XIX da un cronista attento ai problemi sindacali e di una correttezza assoluta come Marcello Zinola, persona perbene se ce n'è una, è di una durezza totale: «Leggere le carte non interessa più. Se i lavoratori lo (...)

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