Ovviamente, innanzitutto, massima solidarietà ai lavoratori dell'Ilva che rischiano il posto di lavoro dopo le decisioni della magistratura di Taranto che ordinano lo spegnimento dell'impianto siderurgico. E, senza Taranto, non c'è Cornigliano e non c'è Novi Ligure.
Questi operai hanno già pagato duramente negli ultimi decenni prima le scelte sbagliate di Romano Prodi all'Iri e poi la decisione di regalare mezza città al gruppo Riva (per carità con tutti i bollini legali al posto giusto e con una decisione formalmente più che corretta, ma a mio parere industrialmente sbagliata) e oggi rischiano di essere nuovamente colpiti dalla scelta dei magistrati di spegnere l'altoforno tarantino. Peraltro con la curiosa scelta della Fiom - solitamente in prima linea nelle posizioni più oltranziste su qualsiasi vertenza dello scibile umano - di non allinearsi a Fim e Uilm nello sciopero immediato, perchè il sindacato metalmeccanici della Cgil sembra più refrattario a schierarsi contro una decisione della magistratura.
Detto questo, i metalmeccanici Cisl e Uil hanno fissato uno sciopero di ventiquattro ore per domani. E fin qui, ribadisco, massima solidarietà. Poi, insieme allo sciopero, hanno indetto un corteo, che fa sempre male a chi viene bloccato nel traffico, ma di fronte al rischio di perdita del posto di lavoro si può comprendere. Ma, a questo punto, arrivano i problemi. Perchè, secondo i tam tam, c'è la possibilità di una marcia sul Salone Nautico.
La marcia sbagliata degli operai contro il Nautico
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