Massobrio, quell’uomo di cultura che Genova non può dimenticare

Massobrio, quell’uomo di cultura  che Genova non può dimenticare

Avevano promesso e hanno mantenuto: erano in tanti gli amici di Alessandro Massobrio, apprezzato critico letterario del Giornale, che a cinque anni dalla scomparsa, è stato ricordato in un incontro pubblico nella sala convegni del ristorante Piedigrotta di piazza Savonarola. Tema affrontato: «Alessandro Massobrio, un protagonista genovese della Cultura di Destra». A parlare il professore Piero Vassallo, giornalista e scrittore, il vicecoordinatore metropolitano del Popolo della Libertà Gianni Plinio, il senatore del Pdl Giorgio Bornacin, e il caporedattore della redazione di Genova de Il Giornale Massimiliano Lussana cui è stato affidato il compito di moderare il dibattito.
Era stato proprio Lussana, su queste pagine, a sollecitare un ricordo di Massobrio che la città pareva aver dimenticato: «Era un leone nella veste esteriore di una pecora che se si accarezza: è un piacere perché è puro cachemire - ha detto nella presentazione il caporedattore del Giornale -. Una persona dolce ed amabile di straordinaria vivacità e rigore intellettuale. Si tratta di un incontro tra i più belli perché non strutturato, nasce dal basso, dal cuore di Alessandro. Credo che ne sarà contento anche lui».
«Vero, verissimo - gli ha replicato Gianni Plinio, attuale responsabile sicurezza per il Pdl ligure -. Abbiamo lasciato passare l'anniversario, quasi avessimo voluto, in qualche modo, rimuovere il dolore inaccettabile, per noi che lo abbiamo avuto Amico. Ma non ci siamo dimenticati di lui, questo è certo - aveva aggiunto l'ex assessore regionale -. La sua è stata un vita sviluppata tra fede, cultura ma anche impegno politico e civile. Un esempio di vivacità intellettuale e rigore culturale. Per questo era diventato un punto di riferimento per tutti, soprattutto per coloro che condividevano i valori tradizionali».
Plinio ricorda anche un aneddoto dell’impegno di Alessandro: «Durante la campagna elettorale delle comunali nel 2002 mi consegnò non i santini elettorali come mi aspettavo, ma un taccuino importante dal nome “La cultura in Comune della tradizione cattolica- Riflessioni sui valori della cultura”. Un uomo dei valori dello spirito, orgoglioso di proclamarsi di destra».
Non ha dimenticato nulla della loro amicizia nemmeno Giorgio Bornacin, oggi senatore del Pdl ma con un passato nel Movimento sociale e in Alleanza Nazionale che parla dello scrittore come di un ragazzo intellettuale, ma molto attivo e presente: «Contribuì al mondo difficile delle organizzazioni di destra - racconta Bornacin -. Oggi è facile dirsi di destra, allora no. Significava confrontarsi con una realtà che ci respingeva, contro una civiltà radicata. Parlare di Alessandro Massobrio significa dare continuità ai valori della destra genovese: significa che la destra ha lavorato bene».
Ma Massobrio, negli occhi e nel cuore di chi lo ha conosciuto «era anche tante cose diverse», come ricorda Massimiliano Lussana: «È bellissimo vedere le vostre facce diverse per età e provenienza e siamo qui perché gli vogliamo bene». In tanti sono intervenuti all’incontro «auto convocato», dalla famiglia agli amici di tutti i giorni, passando per esponenti della destra cittadina come Mario Bozzi Sentieri e Alfio Barbagallo, e ai politici Matteo Rosso e Lilli Lauro. In sala anche Franco Carleo e Dionisio Di Francescantonio.

Con loro lo scrittore Piero Vassallo: «I suoi articoli andrebbero tutti recuperati perché pur non facendo parte del salotto buono della cultura italiana, lasciano comunque una grande eredità: un narratore scanzonato che riusciva a percepire e cogliere l’immediata comicità che poi trasportava nel suo scritto».

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