Modugno, Franchi e le partite coi cronisti

di Vittorio Sirianni

Che bello aver vissuto gli anni Cinquanta/Sessanta da giornalista sportivo! Nell'archivio antico e ricco di immagini di allora ecco una foto storica: quando, per antica tradizione del giornalismo sportivo genovese, si disputavano accesissimi incontri con le Compagnie di rivista che arrivavano a Genova, al Teatro Augustus, santuario dei grandi comici, delle grandi soubrette di allora. I giornalisti genovesi vivevano, allora, una stagione felice, fatta di iniziative, di incontri, di rapporti eccellenti con le due società e con i loro presidenti. Un modo di collaborare puntato sulla stima, sulla fiducia, sulla correttezza. E fra le molte iniziative (esisteva allora addirittura un «Circolo della Stampa» a piazza De Ferrari dove avvenivano serate di ballo, di teatro, di cabaret...) c'era quella di affrontare a Marassi le varie compagnie di rivista che toccavano la nostra città.
La foto che pubblichiamo racconta, appunto, una di queste «sfide» tradizionali: il '57 (se non andiamo errati) era l'anno di Domenico Modugno con il suo indimenticabile spettacolo «Rinaldo in campo». Soubrette di primissimo grido Delia Scala, suoi «compari» di avventura Franco Franchi e Ciccio Ingrassia. E poi tante e tante ballerine, splendide soubrettine che diventavano «preda» di lusso per tanti... giornalisti-calciatori alla ricerca di forti sensazioni. Allora il Presidente dei giornalisti sportivi era Aldo Merlo, nome illustre di quegli anni (i «santoni» del giornalismo sportivo, allora, erano accanto a Merlo, Renzo Bidone, Luigi Caserza e Vezio Murialdi, oltre ad Ernesto Chiossone). Merlo scriveva fondi elegantissimi sulla «Gazzetta dello Sport», poi passò al «Mercantile» con una seguitissima rubrica: «Arsenico e vecchi Merletti».
Murialdi era il «nume sportivo» del «Giorno» che nacque proprio in quegli anni, Caserza corrispondeva dalla Lanterna per «Tuttosport» e Bidone guidava lo staff sportivo del «Corriere del Pomeriggio» ed aveva mille collaborazioni con i giornali di tutta Italia. Un vero ras. La formazione dei giornalisti, quell'anno anti-Modugno, vedeva schierato in porta Giorgio Rigotti, firma autorevole del «Lavoro» (allora senza... Repubblica), poi guardando quella ingiallita fotografia appaiono Bepi Castelnovi, Lorenzo Stagno (allora collaboratore fidato di Chiossone al «Secolo XIX», di cui poi prenderà il posto), Giorgio Bubba (già allora nome interessante della Rai), Piero Pasotti factotum al «Mercantile» (di lui si ricordano i tanti «Aurum» bevuti alle sei di mattino, prima di iniziare il lavoro), lo stesso vostro cronista di oggi (eccellente centroavanti, si diceva), e fra di loro si scorge Domenico Modugno, e soprattutto la bella e dolce Delia Scala, con occhiali scuri. In tribuna, naturalmente, grande tifo, tutta la compagnia schierata con le più belle soubrettine a fare un tifo indiavolato.


Dopo la partita l'appuntamento era, a fine spettacolo, al mitico «Cantinone», localaccio ma tanto affascinante, dietro l'Augustus in via Santa Zita. Ed era lì che si consumavano i grandi flirt e i molti amori dei giovani cronisti-bomber...

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